Il sindaco di Nardò Risi e la Società Nereo Porto srl intravedono il business.
E’ ritornata all’attacco più agguerrita che mai la Nereo Porto srl. la Società che negli anni passati aveva presentato un megaprogetto per la realizzazione di un porto turistico nella zona del parco di Porto Selvaggio.
Allora la Società aveva incontrato il no deciso sia dagli uomini della Goletta Verde che dall’Amministrazione Comunale di Nardò ma oggi qualcosa sembra essere sottotraccia leggermente cambiato.
Il sindaco di Nardò Marcello Risi sta offrendo il fianco a più di una critica con il suo atteggiamento pilatesco. Ha dichiarato la sua Amministrazione incompetente per materia a decidere ed ha demandato alla Regione ogni decisione.
Mentre l’atteggiamento di Legambiente rimane decisamente rigido verso il no ” “Lo sviluppo di un territorio non passa per il cemento sulla costa e per opere faraoniche in riva al mare, piuttosto che per la tutela e la valorizzazione delle risorse ambientali, paesaggistiche”, Marcello Risi si abbandona a dichiarazioni che lasciano ben poco spazio all’intepretazione ” “Stiamo per avviare l’istruttoria, il comune vuole realizzare un porto turistico nella zona di Sant’Isidoro per riqualificare e valorizzare la marina, anche sulla base di uno studio dell’Università del Salento. Abbiamo previsto un porto turistico e lo porteremo avanti”.
Trattasi di un progetto che mette in gioco più di 600 posti barche e svariate decine di milioni di investimento. Chiaro quindi che non si tratti certamente di una darsena ma di un’opera destinata a cambiare l’equilibrio geologico della zona ed a procurare grave violenza sul territorio oltre ad intaccare la diversità biologica del parco marino di Comuni vicini.
” “Pensavamo di non dover più parlare di questa ipotesi scellerata – dicono Francesco Tarantini e Maurizio Manna, rispettivamente presidente e direttore di Legambiente Puglia – ma evidentemente c’è chi si ostina a pensare che lo sviluppo socio-economico di un territorio passi per il cemento sulla costa e per opere faraoniche in riva al mare, piuttosto che per la tutela e valorizzazione delle risorse ambientali, paesaggistiche e archeologiche. La notizia del nuovo tentativo della società Nereo di ricevere l’autorizzazione per la costruzione di quest’opera faraonica ci sorprende ma non ci spaventa. Faremo barricate per fermare quest’assurdo progetto che non è solo molto impattante, ma comporterebbe la modifica del decreto istitutivo dell’area marina protetta”