Eventi/di Area Comunicazione Dolmen Festival
Nell’ambito del Dolmen Festival “Li Scusi”, realizzato dal Comune di Minervino di Lecce, il Balletto del Sud di Fredy Franzutti torna protagonista domenica 6 agosto a Cocumola, frazione del piccolo centro noto per le sue testimonianze megalitiche.
In Piazza San Nicola alle ore 21.30 andrà in scena “La Traviata, Maria Callas, il Mito”: lo spettacolo torna in Puglia dopo il grande successo del 29 luglio al Festival La Versiliana a Marina di Pietrasanta (LU) dove ha ricevuto importanti apprezzamenti da pubblico e critica.
Protagonista è una delle ballerine più note nel panorama della danza internazionale, a Lecce ospite del Balletto del Sud. È Ana Sofia Scheller, dall’Argentina, stella del balletto internazionale, PrincipalDancer al New York City Ballet e del San Francisco Ballet.
“La Traviata – Maria Callas, il mito”, su musiche di Verdi e Xenakis, è la produzione con cui il fondatore, direttore e coreografo della storica compagnia di danza, FredyFranzutti, con l’estro creativo e geniale che gli è riconosciuto, omaggia l’immenso soprano greco in occasione dei 100 anni dalla nascita.
Maria Callas, la voce leggendaria del melodramma, morì nel suo appartamento parigino, al 36 di Avenue George Mandel, il 16 settembre 1977, per cause non ancora stabilite tra voci di suicidio, drastico dimagrimento e insonnia cronica, che l’aveva costretta ad assumere dosi sempre più massicce di psicofarmaci.
Lo spettacolo procede immaginando che, negli ultimi drammatici momenti della sua vita, la Divina sovrapponga, in un incubo, la sua vita a quella del personaggio di Violetta Valery, protagonista de La Traviata, uno dei ruoli che più ha evidenziato il successo popolare della grande artista, anche grazie alle repliche del 1955 al Teatro alla Scala con la regia di Luchino Visconti. Entrambe destinate a morire abbandonate, malate, sofferenti e sole in un appartamento di Parigi con l’unica compagnia della cameriera. Per esaltare il momento angosciante e onirico, il coreografo salentino affianca alle musiche di Giuseppe Verdi quelle del compositore greco della grande avanguardia Yannis Xenakis (coevo di Callas). Le sue dissonanti architetture sonore, dedicate alla tragedia classica, concorrono a creare le atmosfere drammatiche prodotte dalle allucinazioni, illusioni e deliri di Callas.
In questo incubo il soprano non solo soffre per l’abbandono dell’armatore Aristotele Onassis ma rivive anche altri drammatici momenti come l’ispezione dei nazisti nella sua casa di Atene, l’aborto a cui fu indotta da Onassis dopo il ripetuto e crudele rifiuto di sposarla, e altri momenti della vita che le scorre davanti agli occhi.
Nel doppio ruolo di Violetta Valery e di Maria Callas danza in questa occasione l’ospite internazionale Ana Sofia Scheller, in quello di Alfredo Germont, il primo ballerino del Balletto del Sud MatiasIaconianni. Il ruolo di Giorgio Germont è interpretato invece da Alexander Yakovlev. Con loro, in scena, i solisti e il corpo di ballo della storica compagnia di danza composta da professionisti provenienti da tutto il mondo.
I costumi dello spettacolo sono ricostruiti grazie a preziose immagini fotografiche, sia della Callas nei ruoli che l’hanno resa celebre, che della sua vita privata fuori dalle scene.
“Per quanto riguarda Franzutti vi è da dire che la genialità non è acqua fresca. Ed il suo talento, che posso dire di essere stato uno dei primi a notare, ci regala spettacoli di grande efficacia, che non solo riportano il pubblico a frequentare il balletto, ma indagano con eleganza e coscienza su pagine della cultura dell’uomo riportandoci al piacere della riscoperta.” Michele Nocera – collezionista e biografo ufficiale di Maria Callas.
Lo spettacolo, che fin dalle sue prime repliche del 1994 (la versione definitiva è del 2007, realizzata con un supporto speciale della Provincia di Lecce in occasione dei 30 anni dalla morte) ha avuto successo di pubblico e critica, ha ricevuto nel 2010 un riconoscimento, una medaglia d’Argento dal Comune di Sirmione, come evento di qualità per le celebrazioni di Maria Callas.