Cronaca/Custodi del Bosco di Arneo

“Noi Custodi del bosco d’Arneo siamo stati a Stoccarda, città tedesca sede di Porsche, dal 6 al 9 giugno per ribadire la nostra contrarietà al progetto di espansione delle piste di collaudo del Nardò Technical Center nel Salento.

Per l’ampliamento degli impianti NTC, Porsche minaccia la distruzione dell’ultimo lembo di un antico bosco che dovrebbe lasciare il posto a colate di cemento e asfalto, con la devastazione di un habitat prioritario tutelato da legge comunitaria e con impatti ambientali drastici e irreversibili.

La difesa del bosco ha ricevuto grande solidarietà e supporto del mondo ambientalista tedesco con associazioni, cittadine e cittadini che si sono uniti a noi per dimostrare alle istituzioni che non accetteremo passivamente che si compia un vero e proprio ecocidio, perché la distruzione di oltre 200 ettari di bosco secolare è questo.

Decine di associazioni che lavorano in coordinamento hanno abbracciato e condiviso la nostra causa.  Il 7 giugno, la collaborazione con Kritische Aktionaere e BUND, tra le maggiori associazioni per la tutela della natura del Baden-Württemberg, ci ha permesso di raggiungere l’assemblea annuale degli azionisti di Porsche Volkswagen e di dare un esempio delle politiche di greenwashing di Porsche. Per fare spazio alle piste di prova per auto elettriche, le “auto del futuro”, Porsche viene meno ai suoi stessi obiettivi di tutela della natura e ai doveri di diligenza che promuove a livello internazionale. Con il nostro intervento nel meeting annuale degli shareholders abbiamo posto molte domande alle quali abbiamo ottenuto solo risposte vaghe, ma in compenso ora siamo riconosciuti dal consiglio di amministrazione come portatori di interesse e legittimi interlocutori.

Sempre grazie al supporto degli amici tedeschi abbiamo partecipato a un flash mob di Robin Wood sotto la sede commerciale di Porsche e a un presidio sotto il museo di Porsche con la presenza di Waldstatt asphalt e Umweltgewerkschaft.

Ora Robin Wood e molte altre associazioni hanno scritto una lettera aperta ai presidenti di regione e provincia, Emiliano e Minerva, e ai sindaci di Nardò e Porto Cesareo, Mellone e Tarantino. I 130mila firmatari delle petizioni rinnovano l’appello alle istituzioni di assumersi le responsabilità nei confronti della Puglia e del pianeta. Verrebbe distrutto un ecosistema secolare, autosufficiente e altamente biodiverso, protetto dalla legge dell’UE che copre una superficie di 280 campi da calcio, di notevole importanza per la protezione del clima e la disponibilità di acqua potabile nella nostra regione già arida. Piantare un mosaico di nuovi alberi altrove e migliorare la protezione antincendio non è affatto sufficiente a compensare il danno ambientale immenso. Porsche deve attuare i principi per le imprese e i diritti umani delle Nazioni Unite e dell’OCSE che ha firmato e rappresenta pubblicamente.

Bastian Greiner, referente per la mobilità presso BUND, ha dichiarato: “Porsche trascura chiaramente la sua responsabilità aziendale nei confronti del clima e dell’ambiente, che l’azienda non ha solo nei confronti dell’ambiente e dei dipendenti a Stoccarda e in Germania, ma per tutte le sue sedi nel mondo. Per questo motivo, come BUND, ci dichiariamo solidali con gli attivisti italiani e li sosteniamo nella loro lotta per la conservazione del bosco. Un’azienda di alta tecnologia, che si vanta di essere particolarmente innovativa e sostenibile, troverà altre soluzioni per realizzare i suoi sogni futuri, con un uso efficiente del territorio e senza distruggere preziosi ecosistemi.”

Mentre Porsche guarda al futuro dei suoi affari nella “green economy”, il mondo guarda a Porsche e al futuro della natura. La lotta per la protezione del più importante bosco del Salento ha raccolto l’interesse e l’impegno di molte e molti e per continuare a supportare la causa invitiamo a far circolare l’appello a Regione, Provincia e Comuni che gli amici tedeschi hanno lanciato con la lettera aperta”.

Lettera aperta Julian Smaluhn (Consiglio di amministrazione, ROBIN WOOD, Germania) a nome di tutti i firmatari

Gentile signor Emiliano, gentile signor Minerva, gentile signor Mellone, gentile signora Tarantino,

ROBIN WOOD e oltre 20 associazioni ambientaliste provenienti dall’Europa e da tutto il mondo accolgono con favore il fatto che il signor Emiliano abbia temporaneamente interrotto l’abbattimento pianificato del Bosco D’Arneo, finora completamente intatto. Chiediamo a tutti voi di fare tutto ciò che è in vostro potere per fermare definitivamente la deforestazione pianificata.

Per evitare l’impermeabilizzazione di ancora più superfici e per preservare la foresta con le sue innumerevoli funzioni ecosistemiche – particolarmente importanti per la protezione del clima e della biodiversità – la pista di prova Porsche non deve essere ampliata!

Il Bosco D’Arneo è una foresta antica, sana e preziosa. È protetto dall’UE come sito Natura 2000. Secondo il diritto dell’UE, può essere violato solo se una misura pianificata serve il bene comune e se è possibile compensare il danno causato.

Porsche sostiene che il presidio antincendio esistente verrebbe ampliato e che ciò andrebbe a vantaggio della popolazione. La costruzione di un nuovo eliporto andrebbe a vantaggio anche della popolazione in caso di trasporto urgente di pazienti.

Entrambi questi motivi non sono stati riconosciuti dalla Commissione Europea: “In realtà gli impatti negativi sugli habitat 6220 e 9340 derivano direttamente dai lavori di ampliamento delle piste di prova nell’area di intervento del NTC (…) Tuttavia, dall’esame di tutta la documentazione attualmente disponibile, la giustificazione del progetto sulla salute umana e motivi di pubblica sicurezza non sono considerati adeguati. In effetti, il progetto sembra avere un interesse economico eccezionale (…)”, ha affermato Andrea Vettori, capo dell’Unità Conservazione della Natura della Direzione generale Ambiente e Biodiversità della Commissione Europea.

Inoltre, in caso di deforestazione, che le misure di compensazione da parte di Porsche siano adeguate è solo un sogno utopico. La prevista piantumazione di 1,2 milioni di piantine su una superficie di 600 ettari richiederebbe decenni di irrigazione artificiale per poter crescere nelle condizioni climatiche estremamente rigide della Puglia. Tuttavia, Porsche vuole sostenere la misura compensativa solo per cinque anni. La quantità esorbitante di acqua sotterranea necessaria per irrigare le piantine accelererebbe la progressiva salinizzazione delle acque sotterranee. Porsche è pertanto autorizzata a prelevare fino a 1.000 metri cubi di acqua freatica all’anno da utilizzare per scopi igienici e antincendio. Le misure di compensazione menzionate nel progetto e richieste dal diritto comunitario sono destinate a fallire fin dall’inizio; non servirebbe a proteggere la natura e l’ambiente, ma a promuovere il greenwashing di Porsche nascondendo palesi reati ambientali.

Come tutti sappiamo, il cambiamento climatico sta progredendo rapidamente. In futuro aumenteranno i periodi di caldo e siccità, soprattutto nell’Europa meridionale, compresa la Puglia. Il secolare Bosco d’Arneo è uno scudo protettivo locale contro questa catastrofe climatica, uno scudo protettivo che non può essere sostituito.

Se anche l’ultimo residuo di un ecosistema sano in un paesaggio già pesantemente colpito dai cambiamenti climatici venisse spazzato via, come potrebbero sopravvivere i pugliesi e tutti noi su questo pianeta? A cosa servono le norme internazionali sulla conservazione della natura se vengono ignorate non appena entrano in gioco gli interessi economici?

Vi invitiamo ad assumervi la responsabilità del futuro della vostra Regione e del pianeta: garantite l’attuazione della legislazione UE esistente per proteggere la natura! Date il buon esempio e fate tutto ciò che è in vostro potere per tutelare il Bosco D’Arneo nel lungo termine! Resistete alle pressioni di un’azienda automobilistica internazionale affinché anteponga gli interessi del profitto alla tutela dell’ambiente: la società civile è al vostro fianco!

Cordiali saluti,

Julian Smaluhn (Consiglio di amministrazione, ROBIN WOOD, Germania) a nome di tutti i firmatari