Causa massicce importazioni sono crollati i prezzi. Le aziende non riescono a coprire neppure i costi.
Crollo verticale dei prezzi di vendita delle angurie e dei meloni gialli in provincia di Lecce, Brindisi e Taranto, a causa delle importazioni massicce di prodotto straniero, soprattutto da Egitto, Tunisia, Spagna e Grecia e delle conseguenti distorsioni del mercato per cui le aziende agricole non riescono neppure a coprire i costi di produzione e per effetto del maltempo che si sta abbattendo sul nord Italia e in Europa che raffredda i consumi di frutta stagionale.
Nelle province di Lecce, Brindisi e Taranto le quotazioni di angurie e meloni gialli sono crollate vertiginosamente. Mentre cresce l’inflazione, nei campi è deflazione – rileva Coldiretti Puglia– il mercato è al tracollo, con le angurie pagate in campagna 5/6 centesimi al chilo e i meloni gialli non superano i 20 centesimi. Gli agricoltori non si vedono neppure riconosciuti i costi di produzione e in alcuni casi non è conveniente raccogliere, mentre i prezzi di vendita al consumo subiscono la solita decuplicazione a danno dei consumatori.
Eppure dall’analisi dei dati Istat sull’andamento dei prezzi, continua a crescere l’inflazione e a spingere il carrello della spesa sono proprio gli aumenti dei prodotti alimentari rispetto allo scorso anno, dalla verdura (+4,8%) alla frutta (+7,9%), un fenomeno in controtendenza con l’andamento dei prezzi in campagna.