Il Sedile

“Nessuno dei componenti della Giunta e dei consiglieri comunali di maggioranza è mai stato oggetto di intercettazioni telefoniche”

Diritto di replica.

Prendo felicemente atto di quanto dichiarato da Sindaco, Assessori, Presidente del Consiglio e Consiglieri di maggioranza in replica a quanto da me riportato nel commento sui lavori del Consiglio comunale del 29 aprile 2019.

E’ rasserenante aver avuto finalmente, e per la prima volta dal tempo dei fatti, dichiarazioni inequivocabili che nessuno dei nostri amministratori avrebbe avuto nulla a che vedere, neanche marginalmente, con l’operazione “Off Limits”.

Prima di spiegare perché sono a conoscenza dei fatti senza essere entrato in possesso di alcun atto in violazione del segreto istruttorio e perché siano infondate le accuse rivolte al sottoscritto ed al Sedile, dovrei porre una domandina collegiale ai componenti della Giunta.

Quale sarebbe il vostro ‘interesse”, di cui parlate nella lettera, che vorreste proteggere? Come giustamente riportato avevo scritto che “la discussione è così scivolata sulla gestione degli impianti sportivi, sullo sport e sulle Società sportive (…)” In cosa vi siete sentiti lesi? In quanto componenti dell’Esecutivo voi non potevate sentirvi lesi perché non potevate essere soggetti della “discussione”.

Partecipate ai lavori consiliari al solo fine di illustrare un provvedimento, rispondere alle domande dei consiglieri, ma non potete certamente partecipare alla discussione. La discussione degli argomenti all’ordine del giorno è riservata ai soli consiglieri comunali. Nessuno di voi, quindi, poteva e doveva sentirsi chiamato in causa. Invece è successo il contrario e ciò mi porta a pensare che qualche coda di paglia sia andata in autocombustione.

Veniamo ora a quanto contestato in riferimento all’art. 329 del c.p.p. ed al fatto che Sindaco, Giunta e Consiglieri di maggioranza “sono a rilevare che non risulta da alcun atto noto a ciascuno di essi o anche attraverso qualsiasi organo di stampa che alcuno dei presenti e partecipanti al dibattito sia mai stato oggetto di intercettazioni telefoniche in mano agli inquirenti (…)“.

A Palazzo Orsini si spendono tanti soldi per l’acquisto di quotidiani a fine conoscitivo ed informativo. Basta controllare le disposizioni di pagamento. Nessun problema. Essere informati è cosa sacrosanta e doverosa solo che i giornali acquistati bisognerebbe poi anche leggerli e possibilmente senza fermarsi ai soli titoli o peggio ancora alle sole immagini.

Un quotidiano di respiro interprovinciale, il “Quotidiano” è tra quelli che l’Amministrazione compra giornalmente. In data 16 maggio 2018, detto quotidiano riportava quanto segue :” Le carte dell’inchiesta, ed in particolare le intercettazioni, raccontano di un Danilo Coluccia particolarmente infuriato (…). Fu respinta la richiesta di far giocare a Galatina la partita del 10 settembre contro il Molfetta, valida per la prima giornata. Si giocò a Sogliano Cavour. Il giorno seguente il padre Luciano e lo stesso Danilo Coluccia avrebbero cercato di incontrare il sindaco attraverso un consigliere comunale”.

Ciò che il collega lascia nel dubbio, forse perché fuori dalle rilevanze delle “carte dell’inchiesta” e dalle “intercettazioni” è se l’incontro sia avvenuto o meno ma che questo incontro sia stato quantomeno tentato tramite “intermediario consiliare” è inconfutabile.

Aggiungiamo, da quanto mi risulti, che nulla di quanto scritto dal collega della carta stampata è stato smentito ne dal Sindaco, ne dagli Assessori ne dai consiglieri di maggioranza, che oggi, invece, esigono “rettifiche”.

Addirittura durante i lavori consiliari del 17 maggio del 2018 il consigliere comunale del partito Socialista, Giuseppe Spoti, “bacchettava” il Sindaco perché, a suo dire, sulla vicenda si aspettava che ci fosse stato un intervento chiarificatore su quanto accaduto in quei giorni : “Lei signor Sindaco – ebbe a dire il consigliere socialista – ha il dovere nei nostri confronti, che rappresentiamo una città e i cittadini, di farci capire, perché ci sono alcuni passaggi rispetto a quello che abbiamo letto che non ci lasciano sereni e che vogliamo rispondere”.

Le riporto testualmente cosa Lei ebbe a rispondere signor Sindaco : ” Non mi è sembrato opportuno, visto quello che già c’era stato sulla stampa un po di, come dire, di notizie su un fatto che non ci deve rendere orgogliosi, nella maniera più assoluta. Avremmo evitato volentieri di entrare in questo tipo di discorso. Non ho ritenuto opportuno fare un passaggio in Consiglio comunale ritenendo che ci fosse già abbastanza informazione. Ho ritenuto non opportuno farlo e non me ne pento sinceramente”.

Neanche in Consiglio comunale, sig. Sindaco, ha voluto dissipare, attraverso un confronto ed un dialogo democratico, ombre e dubbi sull’intera vicenda. L’informazione, per un amministratore pubblico, non è un optional da utilizzare quando lo si ritiene opportuno o conveniente è un dovere a cui lei si è sottratto.

Non ha spiegato nulla sig. Sindaco neanche di quei movimenti che l’hanno vista protagonista nel conferimento, prima, e nell’immediato ritiro, poi, della funzione di ausiliaria del traffico alla sig.ra Coluccia. Con il decreto n.03 del 17 luglio 2017 gliel’ha conferita e con il decreto n.17 dell’11 settembre gliel’ha ritirata (questa volta secretando il testo) adducendo un legame di coniugio e di convivenza con uno dei destinatari dei provvedimenti restrittivi della libertà.

Si legge nella stessa fonte giornalistica di cui abbiamo detto prima, sempre mai smentita, che “i membri del clan avrebbero avuto interessi a gestire i parcheggi pubblici a Galatina”. Due dei membri di spicco del clan la pensavano diversamente sulla tipologia della gestione del business. Uno voleva una gestione diretta mentre l’altro voleva una gestione di “avvicinamento” alla ditta vincitrice per spartire i guadagni. “Vediamo se partecipano questi e poi si parla e si dice….vedi che qua” diceva uno dei due all’altro.

“Poi – prosegue l’articolista – la gara d’appalto venne vinta da un’altra ditta, ma ugualmente la famiglia riesce ad avere il suo tornaconto: nel luglio del 2017 una donna del clan Coluccia viene nominata ausiliaria del traffico (provvedimento poi revocato in autotutela)”

Il collega ha soltanto dimenticato, o forse non ne era a conoscenza, di aggiungere che su ricorso della signora al TAR, in opposizione alla revoca in autotutela, grazie a lei ed alla sua “leggerezza”, sig. Sindaco, perdemmo un’altra causa perché il Comune fu condannato.

La domanda finale è questa: “Come mai allora non avete smentito mai nulla, non avete mai parlato di “falsità” ed ora, per poche righe di gran lunga più “leggere” avete organizzato quest’ondata anomala di sdegno e minacce?

Io un’idea me la son fatta! (p.z.)

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