Negozi aperti in estate per non chiudere definitivamente in autunno.
Strade deserte e saracinesche abbassate d’agosto? Una cartolina che ormai appartiene al passato. Sono sempre meno, infatti, i pubblici esercizi ed i negozi che chiudono in città per le ferie estive. Le eventuali chiusure si limiteranno al weekend di Ferragosto. Non lo vedono per niente roseo il futuro i commercianti di Galatina che quest’anno lamentano cali vistosi nelle vendite nonostante i prezzi siano “tagliatissimi”. Si aggrappano alla speranza, ma il loro viso, le loro frasi sono spezzettate,m quasi singhiozzate.
Complice la crisi, scelte impopolari dell’Amministrazione Comunale per il centro storico, un turismo del tipo mordi e fuggi, l’incapacità forse di elaborare, concepire, inventare quel qualcosa che rappresenti la novità e quindi l’attrazione verso la città. Resta in ogni caso la considerazione che è un’estate amara ed un agosto di fiele.
Non cambia il dato, secondo Confesercenti, delle aperture d’agosto su tutto il territorio nazionale, anche se si registrano picchi a seconda delle località e della tipologia di impresa: a Catania manterrà la saracinesca alzata l’80% dei pubblici esercizi, stessa quota degli esercizi alimentari che garantiranno il servizio a Roma; a Firenze, invece, si registra l’apertura del 65% delle attività del settore Food, inclusi gli esercizi di somministrazione e l’offerta che giunge dai 33 mercati rionali e dai mercati coperti di S. Lorenzo e S. Ambrogio. A Torino rimarranno attivi soprattutto i pubblici esercizi del centro storico (85% di imprese aperte), mentre nelle restanti zone del capoluogo piemontese la percentuale di aperture di negozi alimentari e di bar e ristoranti si aggirerà tra il 40 ed il 50%.
Secondo stime ufficiali, nei primi 6 mesi del 2014 si sono persi circa 1,7 miliardi di consumi, cui si aggiunge la scomparsa di oltre 20mila attività nel commercio e nel turismo. Si rimane aperti d’estate, dunque, per non chiudere per sempre in autunno, quando arriveranno sulla testa degli italiani un diluvio di balzelli, a partire da Tari e Tasi, che potrebbero trasformarsi in una vera e propria stangata per le imprese.