Cronaca/di Redazione

Come la statua dedicata alla Spigolatrice di Sapri, opera poetica di Luigi Mercantini, divise l’opinione pubblica campana lo stesso sta succedendo con con la Spigolatrice di Noha.

L’opinione pubblica della bellissima cittadina del Cilento fu attaccata ferocemente dai critici. Fu definita un’offesa alle donne e alla storia che doveva celebrare, espressione del maschilismo male dell’Italia, schiaffo alla storia e alle donne considerate solo corpi sessualizzati.

Di parere opposto gli estimatori. L’anatomia, sostenevano, non doveva essere un’istantanea fedele di una contadina dell’800, bensì rappresentare un ideale di donna ed evocarne la fierezza.

Tutta colpa o merito di una statua rappresentata dall’artista con un’alta carica di procace sensualità. Un corpo ed un fondo schiena scarsamente coperti da una sottilissima velatura mossa dal vento.

Temi ben lungi, comunque, da poter essere oggetto di discussione o scontro del murale di cui ci stiamo occupando. La Spigolatrice di Noha sta offrendo bn altri spunti di vivace confronto. Nulla di patriottico, nulla di celebrativo soltanto rappresentazione figurativa della storia, della tradizione e della cultura di una cittadina.

E qui i pareri si son nettamente divisi. Complessivamente, ci dicono che si è trattato di un NI con una leggera predominanza dei NO. I favorevoli, son contenti principalmente per l’esilio imposto a S. Paolo ed anche perché la nuova spennellatura ha raffigurato particolari più vicini alla tradizione ed alla cultura cittadina di quanto lo fossero le ragnatele ed i ragni che il Santo ha dovuto portar via con se.

Per gli altri, quelli del No, ci sarebbe da capire se è stato rappresentato un paesaggio del tavoliere della Puglia o uno della sub daunia. Se la Spigolatrice ipotizzasse una donna di Noha oppure una di S. Agata di Puglia.

Vero sarà che gli artisti riescono a guardare ed a vedere con gli occhi dell’arte ciò che ai comuni mortali non è dato di cogliere ma vedere alle spalle della Spigolatrice il paesaggio collinare è decisamente troppo. Anche sul grano molti hanno avuto difficoltà a riconoscerlo quale produzione tipica della zona. Fosse stata verdura sarebbe stato sicuramente meglio. Infine giudizio assai negativo sulla tecnica artistica dell’opera.

Chiaramente non si può accontentare tutti. Agli scontenti resta pur sempre la consolazione, durante il periodo autunnale di poter fare delle belle scampagnate alla raccolta di castagne e funghi e nel periodo invernale armarsi di sci e fare slalom sulle bellissime montagne nohane.