Cronaca/di pietro zurico

“Fino a quando non ci presenterete un progetto definitivo ci fermiamo con il lavoro”. Si può riassumere così l’aut aut da parte degli artisti incaricati alla realizzazione del murales sulla facciata della sede dell’Anagrafe di Noha.

Un ufficio pubblico, quindi. Un ufficio che già di per se avrebbe dovuto essere tenuto fuori da tali iniziative. Il finanziamento del progetto “Cippo Mistico” rientrava, infatti nel novero dei finanziamenti regionali aventi per oggetto la promozione e valorizzazione del patrimonio culturale della città e, nello specifico, oggetto dell’intervento era il Museo P. Cavoti.

Ad onor di cronaca, per sgombrare il campo da facke news circolate a corollario della vicenda, bisogna chiarire che ad essere stato finanziato con 40.000 euro è l’intero progetto “Cippo Mistico”, al cui interno era inserito anche il murales con un impegno di spesa di 1.500 euro.

Ritorniamo ora al murales ed alla sceneggiata di cui, suo malgrado, è stato protagonista.

“Noli miscere sacra profanis” ammoniva il poeta Orazio. L’ideatore o gli ideatori (in seguito useremo per comodità il solo singolare) di questa, definiamola, goliardata (anche se realizzata con soldi pubblici) non ha voluto attenersi a quanto consigliava l’antica saggezza ed ha combinato, direbbero a Napoli, un bell’ inguacchio.

Aggiungiamo poi che il nostro eroe è andato anche oltre, dimostrando di avere conoscenza della storia e della cultura del territorio solo sprazzi infinitesimali.

La Frazione di Noha è vero è vicinissima, quasi attaccata, a Galatina ma ha da sempre avuto una propria storia, una propria cultura, una propria tradizione, una propria identità ed anche un proprio Santo protettore a cui rivolgere suppliche e preghiere.

Noha ha San Michele. Galatina San Pietro Paolo. Galatina continua, purtroppo in maniera distorta, ad essere identificata con il rito della Taranta e la basilica Orsiniana, Noha con i suoi maestosi cavalli da traino.

Potremmo continuare ma non è questo il punto centrale del nostro argomento. Quanto in precedenza ha voluto essere soltanto una considerazione da cui partire per fornire al nostro “eroe” delle attenuanti che alleggeriscano le sue colpe.

Il vero colpevole non è lui, il vero colpevole è colui o coloro che gli hanno permesso di esercitare e svolgere quel ruolo.

E non mi riferisco al Sindaco, Sindaco non si nasce si diventa e diventare sindaco di una città impegnativa come Galatina occorre tempo. Gli va concesso ancora un pò di tempo nella speranza che “il ragazzo si farà anche se ha le spalle strette” (Cit. F. De Gregori). Naturalmente occorre che cambi presto allenatore e parte dello staff tecnico. Mi riferisco, invece, a chi di esperienza ne ha alle spalle ma la dedica purtroppo esclusivamente al controllo del pallottoliere ed all’applicazione del manuale Cencelli.

Va da se in quale considerazione si possa tenere la riunione inquisitoria dei vari Ponzio Pilato, boiardi di Stato, nei confronti del colpevole (come se non fosse una colpa ancor più grave quella di difendersi con la scusante che erano tutti all’oscuro di tutto) e concludere con la sentenza che: colui che ha fatto bruciare le castagne sul fuoco ora dal fuoco le deve togliere.

Secondo questa logica chissà quanti di quei boiardi sentenziatori avrebbero dovuto avere le mani ustionate.

Succede così nel frangente che a danno si aggiunge danno. Senza un’idea precisa di cosa si intende realizzare, tra togli una ragnatela di qua, togli un ragno di là, poi togli una delle immagini del Santo, si sta procedendo a tentoni, senza un’idea precisa di cosa fare con questo benedetto murales.

A questo punto, gli artisti, stanchi del “fabbrica e sfabbrica” hanno sospeso i lavori, incrociato simbolicamente le braccia e dichiarato: “Procederemo solo quando avrete finalmente un’idea”.

Vendessero le idee al mercato il problema sarebbe già bello e risolto. Purtroppo al mercato si possono trovare, panni, cibo, casalinghi un po’ di tutto insomma tranne le idee.

Un’idea potrebbe esserci. Perché non chiamare in causa direttamente la popolazione nohana attraverso un sondaggio e chiedere: “Quale secondo voi, potrebbe essere l’immagine-simbolo che maggiormente sia rappresentativo della vostra comunità?”.