Dura stoccata finale di Galati: ” Il consenso elettorale, quello vero, non si raggiunge con prese di posizioni come le nostre. Si raggiunge in altro modo, ad esempio chiedendo e ottenendo, per gli amici e per gli amici degli amici, assunzioni, trasferimenti, primariati”
Dopo le critiche degli ultimi giorni formulate, tra gli altri, anche dal consigliere regionale Antonio Galati (La Puglia per Vendola) circa le assunzioni in sanità e la discriminazione subita dalla Asl di Lecce, il consigliere regionale torna sulla questione replicando ad Elena Gentile. Per l’assessore regionale alla salute le questioni poste sarebbero «fuochi d’artificio delle sagre di paese».
Il consigliere regionale Galati pertanto risponde, con una nota, all’ assesore regionale alla sanità con delle scuse ironiche: ” Noi buzzurri non capiamo la politica e non coltiviamo il consenso e, colmo del provincialismo, chiediamo una sanità che non aggiunga sofferenze ai malati”.
” L’assessore Gentile – prosegue Galati – ci accusa di essere provinciali, addirittura paesani. Insomma dei buzzurri, che di politica non capiscono alcunché e non sanno leggere le conquiste della politica sanitaria pugliese. Forse è vero. Siamo gente alla buona, gente semplice. Del resto, alcune nostre reazioni non possono che spiegarsi con il nostro provincialismo. Restiamo interdetti, ad esempio, quando qualche cittadino del nostro paesello, che ha avuto la malasorte di contrarre una malattia oncologica, viene da noi a raccontarci di giornate infernali e raccapriccianti, trascorse nei corridoi ad attendere la dovuta chemioterapia. Talvolta l’attesa tra il primo prelievo e la chemioterapia dura anche 10 ore. E’ sempre la nostra indole provinciale che ci porta all’indignazione, quando apprendiamo che un cospicuo numero di giovani, brillanti e volenterosi, che assicurano il funzionamento dello Spesal di Lecce, rischiano di non essere stabilizzati. La nostra pochezza di paesani ci porta all’indignazione non tanto perché le famiglie di quei giovani resteranno devastate dalla perdita del lavoro, quanto perché la loro professionalità andrà perduta, in una provincia che segna picchi altissimi di incidenti sul lavoro.
E certo è tanto, troppo provinciale richiedere, per un territorio afflitto da un picco oncologico da record, un reparto che funzioni con un primario tutto suo, assegnato solo sulla base di un curriculum importante, dal punto di vista scientifico e delle competenze acquisite sul campo.
L’assessore Gentile ci assicura che, qui a Lecce, la dotazione degli operatori è sufficiente. E certo non possiamo non credere alle sue parole. Ci permettiamo allora di pensare che l’organizzazione della sanità pugliese, quella gestita in proprio e quella esternalizzata, abbisogna di un intervento importante di revisione. Noi sempliciotti, ad esempio, restiamo attoniti quando apprendiamo che i malati oncologici, che debbano raggiungere l’ospedale per la chemioterapia e che non siano trasportabili in auto dall’impresa che svolge questa funzione, devono pagare di tasca propria un’ambulanza privata al modico prezzo di Euro 80 circa. Per tutto questo e per molto altro – su cui per carità di patria sorvoliamo – noi chiediamo scusa”.
” L’assessore Gentile- conclude Galati- però si tranquillizzi. Non si tratta di sussulti da precoce campagna elettorale. Io vengo dalla società civile, non sono un politicante di professione, il mio orizzonte politico è temporalmente limitato. Quelli come me non fanno politica per sbarcare il lunario, ma giungono alla politica dopo aver studiato e lavorato allo scopo di essere liberi e indipendenti, e sempre pronti a tornare senza indugio alla loro vita privata.
Del resto, il consenso elettorale, quello vero, non si raggiunge con prese di posizioni come le nostre. Si raggiunge in altro modo, ad esempio chiedendo e ottenendo, per gli amici e per gli amici degli amici, assunzioni, trasferimenti, primariati. E io sfido chiunque, quando avrò concluso l’esperienza di consigliere regionale, a dimostrare da parte mia una sola “invadenza” di questo genere. Ma forse anche questo, per i politici di professione, è assai poco elegante o addirittura strapaesano”.