“Ci sentirete gridare, alzare la voce per farci sentire, per farci ascoltare, per difendervi”.
Lettere/ di Piero D’Errico
Galatina – Cerchiamo consensi per andare a fare, per andare a cercare di fare. Andiamo a spalare tutto il fango che c’è, accumulato da tanti anni, andiamo a ricostruire, andiamo a cercare di sollevare chi sta per affondare, dare una mano a chi è alla fine, chi è nella disperazione.
Andiamo a sollevare la nostra città, la nostra gente, quella che soffre in silenzio, incapace di gridare, che è chiusa tra le mura di casa, che nessuno vede o che nessuno vuole vedere.
Andiamo a sollevare tanti giovani, a restituire loro quello che è stato tolto, che è stato strappato, restituire la “speranza”.
“Siamo quelli della barberia” non daremo mai le spalle ai problemi.
Ci sentirete gridare, alzare la voce per farci sentire, per farci ascoltare, per difendervi.
Non ci venderemo per un incarico, un ruolo, una candidatura, niente vale quanto la nostra città.
Abbiamo dentro una rabbia accumulata da anni che rovesceremo su chi ha la colpa, su chi ci ha venduto, su chi ci ha tradito.
Siamo quelli della barberia, non avremo paura di difendere la nostra struttura ospedaliera SENZA SE E SENZA MA.
Non faremo finta di non sentire, di non vedere, non ci volteremo da qualche altra parte approfittando del fatto che la gente è ormai rassegnata, considerata l’inconcludenza e l’inesistenza politica a tutti i livelli.
Non avremo freni, diremo come la pensiamo senza giri di parole, senza falsità. Diremo quello che la gente pensa.
Non “tapperemo manifestazioni o proteste” per non disturbare il conducente.
A noi interessa la gente, la nostra gente, non il comandante o i suoi giochi. “Siamo quelli della barberia”, noi non andiamo a comandare, andiamo a fare.
Diversamente sarò il primo a togliere il disturbo e chiudere con una passione che mi ha dato “niente” e mi ha tolto tanto.