Il Sedile

“Non credo che Galatina e i Galatinesi sentano il bisogno di una gara a chi è più galatinese dell’altro”.

Rubriche/Opinioni/di Andrea Salvati

Credo che l’articolo di Antonio Antonaci meriti una risposta da cittadino e da militante nel centrosinistra da quando avevo 15 anni. Rischia di essere, altrimenti, l’incipit di argomenti pericolosi e potenzialmente tossici per il dibattito.

Partiamo dall’origine del suo scritto e cioè una risposta alla lettera di Fabio Vergine, lettera in cui racconta l’impostazione della sua campagna elettorale e argomenta le sue scelte.

Condivisibili o no, andrebbero affrontate nel merito.

Invece la sintesi del discorso di Antonaci è accusarlo di non essere abbastanza galatinese. Una serie di sottintesi tutti in questa direzione che, personalmente, mi deludono e mi lasciano l’amaro in bocca.

Voglio evitare di fare cassa da risonanza di questa pericolosa china culturale o entrare nella polemica politica, di cui non credo nessuno senta il bisogno.

Ma… cosa significa essere forestiero? Aver studiato fuori? Aver avuto interessi economici fuori dall’agro galatinese? Aver collaborato con l’Università di Lecce? Questo costituisce un minus per un cittadino galatinese o un arricchimento? Questa ricerca della purezza della “razza galatinese” è davvero un punto di sintesi del pensiero di Antonaci (e di Antonica, che ha detto le stesse identiche cose ad una iniziativa dei commercianti, almeno dai racconti ricevuti)? Questo mi preoccupa perché ho dei nipoti, di colore e italo-americani, ed io stesso sono galatinese solo dal 2009 e solo da parte di madre perché nella mia vita ho vissuto prima ad Ugento, poi a Roma e poi a Lecce. Saremmo adeguati a fare politica in città o dovremmo chiedere permesso a qualche guardiano della stretta ortodossia politica galatinese?

Questa argomentazione, faccio notare sommessamente, non confuta ma perora le tesi di Vergine: esistono persone che si sentono detentrici della vita politica e amministrativa del paese che non tollerano le interferenze di chi non è del giro.

Eppure la stessa elezione dell’attuale Sindaco era un chiaro segnale, da parte dei cittadini, di stanchezza verso questa impostazione.

Così come le vicende del Governo nazionale, le vicende sanitarie e le vicende di cronaca bellica parlano di superamento degli steccati di fronte all’obiettivo del maggiore investimento infrastrutturale dopo il 1948.

Mi pare che in tutte le coalizioni in campo esista una lista di derivazione “Democratica” (Galatina Democratica, Progressisti per Galatina, PD. Una per ogni schieramento). Mi pare che in tutte le coalizioni ci siano diverse estrazioni politiche: nella coalizione stessa di Antonaci ci sono sia il leader di Galatina Altra che si è candidato, legittimamente, sia con la destra che con la sinistra, che altri candidati che non mi paiono di estrazione marxista. Eppure, a me, questo non solletica giudizi moralistici, perché parliamo di amministrative e siamo nel 2022 nel pieno di un tornante storico incredibile.

Ritenevo e ritengo la loro proposta politica dignitosa e mi auguro che porti stimoli positivi alla città. Anche se, parlando professionalmente (ho studiato marketing politico qualche anno fa), non capisco perché Antonaci non sia dentro la coalizione del PD visto che gli argomenti sono gli stessi, l’impostazione sovrapponibile e le contraddizioni, che sono inevitabili in politica, simili: anche il PD ha dovuto allearsi con il M5S, partito notoriamente disinvolto in governi politici che hanno spaziato da Matteo Salvini a Matteo Renzi, con componenti sia vicini alla NATO che a Putin. Questioni personali? Mi auguro proprio di no.

Io avevo compreso che la doppia candidatura a sinistra, Antonaci e Antonica, fosse una competizione per leadership del centrosinistra galatinese, ma se dicono le stesse cose con le stesse parole…

Parliamo poi dell’altro argomento della lettera: la difesa dai sindaci forestieri. Una cosa è definirsi lontanamente culturalmente (lo sono io per primo) dal sindaco di Nardò, una cosa è dire che questi sindaci stiano venendo a conquistare Galatina. Non siamo la Crimea o il Donbass. Questo richiamo, quasi nazionalistico, parlando di una cittadina, mi pare eccessivo per una campagna elettorale. “Storia magnificente e gloriosa”, “un vero galatinese lo sa”… attenzione a dove si inclina il piano del dialogo politico…

Esprima la sua visione di città, credo che ne abbia diritto, capacità e conoscenze, senza offendere nessun nemico, senza andare sul personale.

Non credo che Galatina e i Galatinesi sentano il bisogno di una gara a chi è più galatinese dell’altro. Galatina ha bisogno di proiettarsi nel futuro di tutti con generosità. E pazienza se qualcuno la pensa diversamente ed è schierato da una parte differente: ascoltiamolo e ascoltiamoci senza spocchia, senza offendere e senza analisi del sangue.

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