Rubriche/Opinioni/di Caterina Luceri coordinatrice IV Galatina

Non dateci gli auguri oggi, non c’è nulla da festeggiare. Penserete che sono rigida, esagerata, che quegli auguri sono per celebrare noi donne, per celebrare la nostra femminilità.

Io non voglio essere celebrata come fossi un oggetto sacro.

Non c’è nulla da festeggiare quando in Italia a causa della crisi da Covid-19 a perdere il lavoro sono state soprattutto le donne (secondo le stime 99 mila su 101 mila nuovi disoccupati).

Non c’è nulla da festeggiare quando ancora nel 2022 una ragazza si trova obbligata a scegliere tra carriera e famiglia, quando  ai colloqui di lavoro ancora viene posta la fatidica domanda “ha in programma di fare figli?”

Non c’è proprio nulla da festeggiare quando nelle posizioni di potere le donne sono una rara minoranza e quando per arrivarci è necessario sudare più degli uomini.

Non c’è nulla da festeggiare quando vi sono alcuni Paesi del mondo dove ancora esistono pratiche come quella delle mutilazioni genitali femminili e dove il corpo della donna diviene solo un mero strumento di procreazione e piacere per l’uomo.

Non c’è nulla da festeggiare quando una donna che abortisce è ancora considerata un’assassina senza cuore, qualora possa farlo in sicurezza e libertà poi (perchè anche questo non è scontato).

Non c’è assolutamente nulla da festeggiare se noi ragazze dobbiamo metterci il triplo, il quadruplo dell’impegno degli uomini per essere prese in considerazione per poi ricevere uno stipendio molto inferiore dei colleghi maschi (secondo le stime in Europa le donne guadagnano in media il 15% in meno degli uomini, una percentuale che raggiunge il 23% se prendiamo in considerazione le posizioni manageriali).

E potrei andare avanti all’infinito.

Questa non è una giornata di festa ma una giornata di riflessione su quanta strada c’è ancora da fare.

Non c’è niente, ma proprio niente da festeggiare.