Cronaca/di Paolo Pagliaro Consigliere regionale LPD
“ Sette anni sono un tempo lunghissimo, e la revisione del Piano è cominciata ben tre anni fa. Quindi, questo strumento di pianificazione imprescindibile in ambito energetico e ambientale arriva tardi, in concomitanza con il disegno di legge sulle aree idonee per nuovi impianti energetici da fonti rinnovabili che il Governo centrale ha imposto alle Regioni di presentare entro il prossimo 3 gennaio.
Da qui la corsa a definire, nel territorio regionale, le zone dove insediare o non insediare nuove centrali del vento e pannelli solari. Ma è una corsa tardiva: solo adesso, mentre noi lo sollecitiamo da anni spronando il Governo regionale a prendere in mano le redini della pianificazione, si vanno a mettere paletti in un paesaggio già sfigurato dall’eolico e dal fotovoltaico selvaggi.
E dove si andranno a mettere i nuovi impianti, praticamente il doppio di quelli già installati, visto che l’obiettivo energetico previsto per la Puglia al 2030 è di ulteriori 7,2 gigawatt rispetto ai 6 gigawatt che produce attualmente, e di cui consuma solo la metà? Le richieste di connessione alla rete elettrica nazionale, a giugno 2024, erano di 92 gigawatt. Un numero mastodontico, se si considera che in tutta Italia la potenza lorda attualmente istallata da fonti rinnovabili è di 61 gigawatt.
Cosa ne sarà della mole immensa di istanze già in itinere, molte delle quali si sovrappongono sullo stesso territorio e sulle stesse aree marine per quanto riguarda l’offshore? Sappiamo che la regolamentazione dello spazio marittimo non rientra nel PEAR, ma ancora una volta chiediamo alla Regione di porre paletti per lo sfruttamento del mare a fini energetici, per evitare lo sfregio del paesaggio costiero. Teniamo presente quanto dice la sentenza della Corte di Cassazione, che ci ha dato ragione sul fermo pesca dei ricci di mare disposto dalla Regione Puglia con la nostra legge in vigore da maggio 2023.
I giudici della Consulta hanno dichiarato non fondata l’eccezione del Governo su un presunto sconfinamento di competenze regionali, sancendo il diritto della Regione in materia di salvaguardia del mare, e dunque questo vale anche per l’assedio delle pale eoliche in mare. Le richieste di centrali del vento galleggianti lungo le nostre coste sviluppano ben 26,86 gigawatt, praticamente 4 volte l’obiettivo complessivo fissato per la Puglia al 2030 da fonti FER.
Dunque, sebbene in ritardo, questo aggiornamento del PEAR speriamo possa servire a mettere un freno a questa invasione che – lo ribadiamo – non è sostenibile. La Puglia ha già dato, e non possiamo sacrificare altro paesaggio e il nostro mare sull’altare delle rinnovabili. Anche le altre Regioni facciano la loro parte, per quel federalismo energetico che continuiamo a chiedere per equità, a salvaguardia del nostro territorio già abbondantemente martoriato da pale e pannelli solari.
Ciò premesso, studieremo l’aggiornamento del PEAR e rileveremo ogni criticità, facendo sentire la nostra voce come abbiamo fatto finora, perché la bellezza del nostro patrimonio paesaggistico è la nostra priorità”.