Rubriche/PensieriParole/di Piero D’Errico

Centomila incontri e tutti come fossero il “primo”.

Centomila incontri tutti uguali al primo, stessa gioia, stessa ansia, stessa attesa, stessa emozione.

E poi un giorno cambia tutto, cala il gelo e le strade si dividono.

Cala il sipario su due vite che si allontanano, restano solo i ricordi e a  volte neanche quelli.

Si lasciano alle spalle frasi d’amore, giuramenti fatti e poi disfatti.

Si attraversa di solito, il fuoco dell’inferno e ci si ferma poi in un tratto   più tiepido, ma comunque sempre dell’ inferno.

Tutto passato, tutto dimenticato, ognuno si fa le proprie ragioni, nessuno  si sente in colpa, tutti colpevolmente innocenti.

Nessun gesto affettuoso, nessuna parola affettuosa e intanto scorrono alle spalle i titoli di coda.

Ci si invecchia così, pronti a dispiacersi per ogni successo o per le gioie dell’altro e a pensare a quella banalità, presa troppo sul serio, al combinarsi degli eventi, a quelle coincidenze, a quelle conseguenze.

Cominciano nello stesso istante anche per i figli le difficolta di conciliare tempo e discorsi, uno alla volta con i genitori.

Comincia anche per loro la difficoltà e forse anche la rabbia di sentirsi un po’ “pacchi postali”, scandire e dividere il tempo, i giorni, le feste e le ricorrenze  in due.

Avevo poggiato la penna da qualche parte e lì era rimasta, non mi serviva  e neanche la cercavo, ma quando, non ricordo dove, ho sentito quelle parole, mi sono messo subito a cercarla  sin quando non l’ ho trovata.

Quelle parole le aveva pronunciate Roberto Benigni.

Era al Festival di Venezia, riceveva il Leone d’oro alla carriera e dal palco, con il premio tra le mani:

Vorrei, se mi concedete solo qualche momento, dedicare poche parole alla persona “che imparadisa la mia mente”, che è qui in sala stasera, la mia attrice preferita, Nicoletta Braschi, alla quale non posso nemmeno dedicare questo premio, perchè questo premio è suo.

Abbiamo fatto tutto insieme per 40 anni di lavoro. Quanti film abbiamo fatto……..come si fa a misurare il tempo in film ?  Io conosco una sola maniera di misurare il tempo: con te e senza di te.

Questo premio ce lo possiamo dividere. Io mi prendo la coda, per manifestare la mia gioia, la mia allegria, il resto è tuo. Le ali soprattutto, perchè se qualche volta nel lavoro che ho fatto qualcosa ha preso il volo è grazie a te, al tuo talento, al tuo mistero, al tuo fascino, alla tua bellezza.

La prima volta che ti ho conosciuta, emanavi tanta luce che ho pensato che nostro Signore, facendoti nascere, avesse voluto adornare il cielo con un’altro sole “.

Una stupenda dichiarazione d’amore a sua moglie Nicoletta Braschi seduta in platea.

Quanta dolcezza, quanto amore in quelle parole, in quel SI che significava per sempre.

Parole da scolpire che trasmettono una fortissima emozione, bravo ma anche fortunato per poterle dire.

Sono in tanti a non poter fare uguale, ma altrettanti, pur potendolo fare   per una qualsiasi ragione non lo fanno.

E’ stato il suo più grande spettacolo, il più bello, l’omaggio alla sua amata Nicoletta.

La mia seconda vita sarà diversa, sono sicuro, e un giorno se Dio vorrà, ripeterò le stesse parole, pari pari, magari non avrò alcun premio da dedicare ma tutto il resto sarà uguale, sarà lo stesso.

Fa niente se qualcuno si accorgerà che sono parole copiate.

Dirò: pazienza, non ho trovato parole migliori, non sono riuscito a trovare parole più belle.

O forse non ce n’erano.