Confartigianato Lecce: «A rischio la competitività del sistema delle micro e piccole imprese».
Cronaca/di Confartigianato Lecce
La chiusura delle pasticcerie durante le feste pasquali determina un pesante danno economico e pesa sulla competitività del sistema delle micro e piccole che realizzano un prodotto di pasticceria artigianale di elevata qualità.
È colpita dal lockdown la vendita diretta della pasticceria artigianale – a vantaggio dei prodotti venduti attraverso il canale della distribuzione commerciale – coinvolgendo oltre 24 mila imprese di pasticceria e gelateria nelle quali lavorano 74 mila addetti, un settore caratterizzato da un elevata vocazione artigianale, con oltre 17 mila imprese artigiane che si stima rappresenti il 70,0% del comparto.
Come riportato nella nota Ufficio Studi “Effetti economici della chiusura forzata delle pasticcerie a Pasqua 2020”, a livello regionale il più alto danno economico per il mese di aprile si registra in Lombardia dove ammonta a 106 milioni di euro, seguono il Veneto con 69 milioni di euro, il Lazio con 63 milioni di euro, l’Emilia-Romagna con 59 milioni di euro, la Toscana con 54 milioni di euro e la Sicilia con 52 milioni di euro.
In Puglia Confartigianato ha stimato che alle 1.276 imprese di pasticceria e gelateria, circa il 73% delle quali artigiane, con 4.307 addetti, la chiusura ad aprile provocherà perdite per 32 milioni di euro, tra mancato fatturato di aprile con ricorrenza pasquale (26 milioni di euro) e perdite legate al deperimento delle materie prime acquistate prima della sospensione forzata (5 milioni di euro).
Quando il DPCM dell’11 marzo emanato per contrastare la diffusione del Covid-19 ha regolamentato le attività di commercio al dettaglio consentite, Confartigianato Imprese è tempestivamente intervenuta chiedendo una interpretazione meno restrittiva della norma ed inviando una richiesta specifica in tal senso al Ministro Patuanelli. Il decreto, infatti, penalizza in modo particolare le pasticcerie artigiane, impedite a poter vendere al dettaglio la propria produzione finanche in un momento particolare dell’anno qual è quello pasquale. Ove possibile, resta salva invece la consegna a domicilio.
Per Confartigianato Imprese Lecce la scelta del Governo è apparsa discutibile per almeno due ragioni.
In primo luogo le pasticcerie artigiane non sono strutturate diversamente rispetto alle numerose attività di vendita al dettaglio di prodotti alimentari (panifici, salumerie, macellerie) che continuano ad operare pur nel rispetto delle ferree regole anti-contagio.
Secondariamente, ma non per importanza, qualora la scelta fosse dettata dalla particolare tipologia del prodotto di pasticceria, ossia alimenti non indispensabili ed essenziali, non si spiegherebbe come mai tali prodotti siano invece in commercio presso la grande distribuzione organizzata o presso altri esercenti al dettaglio.
“La chiusura delle pasticcerie durante le feste pasquali determina un enorme danno economico e pesa sulla competitività del sistema delle micro e piccole imprese, quelle stesse che in questo momento hanno più bisogno di aiuto – commenta il Presidente di Confartigianato Imprese Lecce, Luigi Derniolo -. In Puglia si contano più di 1200 pasticcerie, delle quali quasi 1000 artigianali, con 4.300 addetti; per queste imprese si stima una perdita di fatturato nel mese di aprile di 26 milioni di euro”.
“Ai mancati ricavi si deve aggiungere anche una perdita, valutata in 5 milioni di euro, causata dal deperimento di parte delle materie prime che abbiamo acquistato prima del blocco delle attività – puntualizza il Presidente provinciale dei pasticceri di Confartigianato Imprese Lecce, Giuseppe Zippo -. Stiamo rispettando le regole per difendere la salute di tutti, ma questa misura così restrittiva ci appare davvero ingiusta e vanifica il grande lavoro svolto negli ultimi anni che ha indotto sempre più consumatori a preferire le produzioni artigianali di qualità”.