Cronaca/di Circolo PD Galatina.
“Non mi dimenticate. Vi prometto che tornerò presto”. Questo il messaggio di speranza e d’incoraggiamento, inviato da Patrick Zaki dal Tribunale di Mansura, sua città natale, dove ieri si è tenuta la seconda udienza del processo, a quanti la sera precedente avevano manifestato a Bologna per chiedere la liberta, a chi ogni giorno gli esprime vicinanza e solidarietà.
L’udienza è stata subito rinviata al 7 dicembre, un periodo lungo che sembra una punizione, ma, che sarà dedicato dalla difesa allo studio e approfondimento dei capi di imputazione, consegnati in copia autenticata e non in fotocopia, necessaria per presentare memorie e formulare le controdeduzioni.
Come commentato in altre occasioni, lo studente egiziano dell’università di Bologna è in carcere in Egitto da quasi 20 mesi, con accuse assurde, che si basano su tre articoli giornalistici con “diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese”, di “minare la sicurezza nazionale” e di “istigare alla protesta”. Con quest’ultime accuse, basate su dieci post su Facebook che gli sono stati ingiustamente attribuiti, secondo Amnesty International, rischia 25 anni di carcere o addirittura l’ergastolo.
Sin da quando è iniziata questa assurda vicenda, che viola i più elementari diritti di libertà, di pensiero e di azione, il Circolo cittadino del Partito Democratico l’ha seguita con grande attenzione, sostenendo la campagna “Cento Città per Zaki”, per l’avvio immediato del processo e ridargli la libertà; ha sottoscritto e fatto sottoscrivere dai cittadini la proposta di legge, deposita in Parlamento e approvata da deputati e senatori con due ordini del giorno, affinché gli venga riconosciuta la cittadinanza italiana; ha chiesto, in più occasioni, che il nostro Comune conceda la cittadinanza onoraria.
Su quest’ultima richiesta (invita per iscritto all’intero consesso consiliare) il silenzio più assoluto, la scarsa sensibilità del Sindaco, della maggioranza consiliare, ma, con grande rammarico, anche da parte di tutta la opposizione.