Cronaca/Editoriale

Dopo i gemellaggi con Betlemme, San Francisco, Santiago de Compostela e Wadowice la scelta dell’Amministrazione di Assisi di concedere il “Patto di amicizia” a quella galatinese, apre certamente la possibilità di tessere un sistema di relazioni interessanti sotto l’aspetto culturale e turistico.

Bene quindi l’iniziativa.

Quello che non torna però è la forma che, nell’amministrare la cosa pubblica, è pure sostanza, ma stiamo ai fatti.

Il patto sottoscritto prevede una volontà reciproca di tracciare percorsi e condividere scelte che necessariamente passano da una comunicazione adeguata. A leggere i resoconti della stampa umbra, il patto con Galatina in quel di Assisi è passato nel più assoluto silenzio, nessun cenno prima, durante e dopo la sottoscrizione. Il sito del Comune assisano tace, la comunicazione ai media altrettanto.

Un silenzio che potrebbe avvalorare, rafforzandole, le tesi di quei “malpensanti” che a questa condivisione hanno dato una lettura che andrebbe oltre le motivazioni dichiarate.

Un silenzio che quasi offende la nostra comunità e che mortifica l’iniziativa, con quel “patto di amicizia” che apparrebbe più una forzatura evidentemente subita dall’amministrazione di Assisi.

In quel ponte nascente c’era un riconoscimento del nostro spirito francescano, oggi forse tradito, che trova in Sergio Fusetti quello sguardo di tutti noi verso il bello e i valori assoluti delle Basiliche di Galatina e Assisi. A lui Galatina riconosce stima ed affetto incondizionato, sperando che nel futuro qualcuno non debba dovergli chiedere scusa.

Cosa ha determinato questo “patto” allora? E’ lecito pensare che sia stata una scelta “dovuta”? Domande oggi senza risposta che nessuno sembra aver voglia di chiarire.

Non ci resta, quindi, che tornare ai fatti che in questa vicenda hanno delineato personaggi ed interpreti: alcuni attori di fama ma non protagonisti e due attori/registi  che potrebbero aver scritto il copione e la sceneggiatura, stabilendo anche il finale ma lasciando ai galatinesi un grande dubbio sulla conclusione del film.

Una tesi che darebbe una lettura all’assenza di Assisi nella comunicazione istituzionale che lascia campo libero ai due protagonisti, uno un imprenditore che nulla ha a che fare con la politica elettiva e i “ponti culturali”, l’altro un Sindaco che dovrebbe agire da contrappeso per orientare il potere economico al bene comune nel proprio ruolo di Primo Cittadino di tutti.

Primo Cittadino di tutti, di chi conosce e di chi non conosce, di chi vuole sapere, di chi soffre o ha sofferto, di chi, nel dilemma tra ambiente e lavoro, consuma le proprie certezze, la propria famiglia, e gli anni che non danno mai una risposta che porti serenità.

Confondere annullando i ruoli, condividendo con ossequiosità il palcoscenico della Basilica di Santa Caterina, ha dato un’immagine esattamente contraria la sensazione a tanti galatinesi che sia la parte industriale ed economica nelle condizioni di orientare e determinare le scelte della parte politica e non viceversa.

E’ stato un errore sul cui esito il futuro ci potrebbe dare certezze e riscontri, si sa la VIA del Signore è infinita e certi argomenti vanno affrontati de VIS

No, non si tratta di rinunciare alla naturale e indispensabile collaborazione dell’amministrazione con il tessuto produttivo del territorio, si tratta di avere la consapevolezza e il rispetto del ruolo ricoperto assumendosene appieno le responsabilità affinché i “ponti di amicizia” non si trasformino in fili sospesi su cui camminare senza gancio di sicurezza.

Il viaggio a proprie spese (perché?) “non da privato” a Gubbio prima, l’arrivo dei “costruttori di ponti” in elicottero privato atterrato nei piazzali dell’azienda che “unisce” poi e il discorso fuori luogo dell’imprenditore che “unisce” due territori accolto con ossequiosità, in un contesto che doveva parlare all’anima delle persone, sono la cornice di quest’evento ed elementi di valutazione che lasciamo ai lettori.

A seguire una testimonianza di come ad Assisi l’ambiente politico, i media e l’opinione pubblica hanno accolto la notizia a loro sconosciuta del “Patto di Amicizia”.