Passaggio di consegne alla guida pastorale della Chiesa Madre. Don Lucio Greco succede a Don Aldo Santoro. Un enorme palco “oscura” la Chiesa. 

 Cronaca/ di E.F. 

Galatina – Ci entusiasmiamo per un  reportage giornalistico e/o televisivo in cui ci fanno vedere quello che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni, ma che da soli non riusciamo a vedere. Impieghiamo fondi ed energie per far scoprire a giornalisti, operatori del settore, influencer , quello che  forse, e dico forse, la maggior parte di loro ( probabilmente) già sa.Siamo sempre protesi all’esterno e non ci smentiamo mai.

Ieri, sabato 22 settembre, per la comunità religiosa e non credo solo quella di Galatina, era una giornata importante. Da mesi per chi frequenta la Chiesa, sia perché la notizia era apparsa su vari organi di stampa, sia perché comunicazioni ufficiali (conoscendo i protocolli della Chiesa) sicuramente saranno intercorse tra i vari apparati amministrativi e comunque non era un segreto per nessuno che sabato 22 settembre alla presenza di tutta la comunità religiosa di Galatina e del vescovo Mons. Donato NegroDon Aldo Santoro dopo 52 anni di sacerdozio avrebbe lasciato il suo incarico di pastore della Chiesa SS. Pietro e Paolo ad un nuovo giovane parroco: Don Lucio Greco.

Ebbene ieri mattina mattina, nel giorno culmine  della festa per la comunità e per un suo degno rappresentante e figlio, un mastodontico palco ha coperto interamente la facciata della Chiesa Matrice, con transenne di sicurezza addossate ai gradini della Chiesa che hanno impedito la normale fruizione ai fedeli perché anche ai lati della stessa stazionava un gruppo elettrogeno.

Ora  anche per chi non è cattolico, che messaggio è questo?

Piazza San Pietro non sarebbe niente senza la facciata monumentale della Chiesa Matrice che pure” utilizza” per cosi dire solo tre volte l’anno su 365 giorni ed in particolare il  giorno dei Santi Patroni, il giorno del Corpus Domini (quando tutte le Confraternite si dispongono per avviarsi alla processione) e la sera del Venerdi Santo, quando si aspetta dalla vicina Chiesa dell’Addolorata, la Madre Desolata. Quindi credo che un giorno in più di questi tre su 365,  glielo si poteva pure concedere.

Invece ci si è dovuti arrangiare. I fedeli hanno raggiunto la Chiesa dai gradini laterali, quasi per non dare fastidio. Inutile dire che la Chiesa era gremita di gente, venuta anche dai paesi vicini ed in particolare da Sternatia  dove i parrocchiani erano venuti a salutare il loro ormai ex parroco.

Diamo anche per scontato  che forse il tutto non si poteva rimandare, ma trovare una diversa soluzione forse sì.

Perché non riusciamo a sentirci comunità?

Perché non riusciamo ad essere comunità?

Dove ci siamo persi?