Rubriche/di Piero D’Errico
La mia generazione non ha preso manganellate perchè considerava normale sfilare in percorsi autorizzati, urlando con toni minacciosi i temi della manifestazione, quello sì, ma mai quegli stessi toni sono stati rivolti alle forze dell’ordine.
E nel suo interno il corteo aveva un servizio d’ordine che attenzionava facinorosi, infiltrati e sbandati allontanandoli a calci in culo.
Ed eravamo a volte un milione di manifestanti.
Mio figlio non si sarebbe mai sognato di partecipare ad una manifestazione non autorizzata e gridare: infami, bastardi, figli di puttana, sbirri di merda e sputare in faccia ai polizziotti.
Eppure non c’è stato neanche bisogno di dirglielo.
Non ho ancora capito se sono i temi a inebriare e eccitare gli animi o è solo la voglia, il desiderio di assaporare l’ebrezza di fare ciò che sarebbe meglio non fare.
Resta un punto fermo ed ovvio: gli errori e gli eccessi vanno perseguiti anche quando riguardano le forze dell’ordine e forse con maggiore rigore.
Ciò detto, le ordinate manifestazioni di giovani che partecipano attivamente alla vita democratica, impegnati in temi che riguardano il mondo, sono una cosa meravigliosa.
Una di quelle poche cose che fa ben sperare.
Peccato sporcarla.