La Corte dei Conti segnala omissioni e responsabilità ma nessuno sembra voglia scoprirne la paternità.
Galatina – Vi sarete resi conti dalla lettura dei precedenti due articoli che le criticità individuate e segnalate dalla Corte dei Conti al Comune di Galatina, oltre alle ipotesi di responsabilità oggettive politiche e burocratiche, hanno dipinto una triste immagine della situazione finanziaria in cui si dibatte il nostro Comune.
La Corte ha chiesto in sintesi: “diteci cosa intendete fare per eliminare tutti i pasticci che avete creato e siate chiari ed esaustivi visto che in passato su molti punti avete arzigogolato e non avete fornito alcuna spiegazione”.
Ora il 20 dicembre il Commissario Straordinario, con propria deliberazione la n. 140, ha approvato un Piano di Ristrutturazione Finanziaria della durata di dieci anni e lo ha trasmesso al Ministero dell’Interno ed alla Corte dei Conti – Sezione Regionale di Controllo per la Puglia cercando di fornire i dovuti chiarimenti.
Commissario sicuro che la sua non sia stata una scelta, autonoma o indotta, alla Pilato? Le illustreremo a scorrere i perché del nostro interrogativo. Sono gli stessi che rivolgiamo, per ora, anche all’unico candidato ufficiale sindaco. Apprezziamo per il momento che sia stato l’unico ad averci offerto chiodi, croce e martello per essersi messo in gioco. Dovrà però consentirci anche di poter capire se quella croce, quei chiodi e quel martello non saranno utilizzati poi contro i cittadini.
Vediamo il Piano nei dettagli.
In materia di tributi viene ripetuto quanto già affermato in precedenza, ossia che sono state avviate ed effettuate “puntuali attività di verifica dei contribuenti morosi, con emissione di avvisi di accertamento e conseguente attivazione delle procedure di riscossione coattiva per quelli divenuti definitivi e non incassati“. Dopo aver scritto e ripetuto che nonostante sollecitazioni ed interventi su Equitalia per sollecitare una più solerte azione di recupero crediti con scarsi risultati, credere ancora nel miracolo è stoicismo puro.
Sono poi state adottate, si afferma in delibera, misure organizzative per assicurare la tempestività dei pagamenti mentre con riferimento al rilascio dei permessi di costruire, ha stabilito che l’80% del costo di costruzione sia corrisposto all’inizio dei lavori ed il restante 20% alla fine dei lavori.
E’ stato poi ribadito quanto già ormai ampiamente applicato, ossia la determinazione delle nuove tariffe dei servizi a domanda individuale (Servizio Mensa Scolastica e Asilo Nido Comunale), in misura tale da garantire l’aumento della percentuale di copertura dei costi al 63% circa e si è provveduto a fissare i nuovi importi per diritti di segreteria e istruttori relativi ad atti, procedimenti e provvedimenti di competenza della Direzione Territorio ed Ambiente. Il maggior gettito atteso è pari a circa € 40.000,00 l’anno. Sembra come dire: hai dipendenze? piuttosto che curare ti aumento il costo della merce.
Si segnala, poi, come si sia provveduto ad abolire le riduzioni del Contributo di Costruzione e ad aumentare al 10% la percentuale del costo base da applicare al costo documentato di costruzione. Il maggior gettito atteso è pari a circa € 150.000,00 l’anno. Idem come sopra.
Sul settore immobili comunali nessuna novità rispetto a quanto deciso in precedenza ossia che a seguito della alienazione di alcuni immobili di proprietà comunale ed utilizzando, altre
economie di spesa in linea capitale è stata disposta l’estinzione anticipata di mutui in essere con la Cassa DD.PP. per complessivi € 278.643,73.
Nella delibera si afferma che con deliberazione del Commissario Straordinario n. 71 del 28/10/2016, a seguito del recupero funzionale dell’immobile di proprietà comunale denominato “Cinema teatro Cavallino Bianco”, è stato approvato il tariffario per l’utilizzo della struttura da parte delle associazioni culturali. Il tariffario in effetti è stato approvato ma il problema è la sua applicazione pratica in quanto su circa una quindicina di concessioni in utilizzo della struttura ci risulta che solo un paio di associazioni abbiano pagato l’utilizzo ed una di esse addirittura con una cifra forfettaria quantificata in 300 euro. Il riscaldamento dell’ambiente costa una cifra, aggiungiamo le pulizie, personale, annessi e connessi ed il Cavallino Bianco, di questo passo, è un vero e proprio costo altissimo per la comunità altro che una risorsa.
Sulle utenze varie (energia, telefonia internet) si scrive di nuove convenzioni con Enti gestori che teoricamente porterebbero ad una diminuzione dei costi in bolletta. Stranamente per alcune voci in ipotetica entrata è stato quantificato l’importo che si pensa di ricavare. Qui si parla solo di generico risparmio. Eppure se prima si spendevano ad es. 100 ed ora con i nuovi contratti si spende 80 il calcolo, magari anche in percentuale in base al consumo, dovrebbe essere semplicissimo. Salvo che il risparmio non sia come quello ottenuto con la Vodafone.
Occupazione suolo pubblico: Anche qui inasprimento della tassa. Sono state incrementate del 20%, con decorrenza 01/01/2017. Sempre a partire a partire dall’esercizio finanziario 2017 è stata programmata l’introduzione dell’imposta di soggiorno. Il gettito atteso è pari a circa € 20.000,00 l’anno. Visto come si quantifica bene?
Sarebbe solo ripetizione riportare quanto più volte scritto ossia la volontà di unificare alcuni degli uffici comunali nell’unica sede del tribunale al fine di contenere i costi di gestione e di utenza e procedere alla vendita dei 3 immobili, liberati, per utilizzare il ricavato ai fini di estinzione anticipata di mutui.
Si aggiunge poi che “sono in corso interlocuzioni con la Tesoreria Comunale per la ricontrattazione dello spread applicato sulle anticipazioni di tesoreria”. Mentre La Corte dei Conti parla di sola esclusiva eccezionalità nel far ricorso ad anticipazioni di tesoreria per non creare un’altra fonte di debito fisso qui, stranamente, scrivono di voler ricontrattare lo spread applicato alle anticipazioni di tesoreria. Sarà, forse, per quella sola eccezionalità a cui fa riferimento la Corte?
Con riferimento poi alla società partecipata Centro Salento Ambiente S.p.A, in liquidazione, si afferma, che “il Comune è attualmente impegnato a valutare, d’intesa con i legali costituiti, la concreta percorribilità di una composizione transattiva delle reciproche ragioni di debito/credito – e, dunque, dei giudizi in corso – tenuto conto di tutte le circostanze oggetto di delibazione giudiziale e delle risultanze istruttorie acquisite”. Neanche una parola, una soltanto, in riferimento alle eccezioni sollevate dalla Corte dei Conti riguardanti il mutuo stipulato dal Comune per l’acquisto di mezzi per la Società (operazione censurata dalla stessa Corte) e neanche una parola sulla “stigmatizzazione” delle assunzioni di personale effettuate nel corso del 2009 in violazione dell’art. 18 del D.L. n.112/2008 sulle quali allora come oggi “Non sono mai state fornite informazioni adeguate in ordine alle misure correttive adottate dall’Ente in merito a tale questione”
Neanche una parola anche sull’altra Società partecipata: la Fiera del Salento spa, ne sul mutuo di 75.000 euro pagato dal Comune ed ormai quasi certamente irrecuperabile ne degli ulteriori 23.000 euro di crediti vantati anch’essi ormai irrecuperabili. Neanche una parola sulla permanenza per anni in una Società con i bilanci da molti anni fallimentari e che nell’ultimo presentava perdite per oltre 350.000 euro. Perché nessuno ha spiegato, inoltre, per quale motivo abbiamo lasciato senza interferenza alcuna il liquidatore a giocare per tre anni? La Corte ce lo ha chiesto, ma nessun chiarimento.
Ribadiamo quanto ha scritto la Corte dei Conti :”Appare opportuno rammentare all’Ente (Comune n.d.r.) che il mantenimento di una partecipazione societaria costantemente in perdita, a prescindere dal carattere strettamente istituzionale della stessa, può integrare una ipotesi di danno erariale (Sez. giur. II Appello n.402/2013)”.
Ed ancora ” Si rammenta, altresì, che l’omessa vigilanza sulle società partecipate da parte del Comune può determinare responsabilità personali (Sez. di Controllo Veneto n. 182/2015/PRSP, Sez. liguria n.34/2015, Sez. giur. Lazio n.367/2015)”
Non abbiamo letto un rigo, una parola, una dichiarazione di intenti nella delibera Commissariale se sia stata avviata o vi sia intenzione di avviare qualche procedura per accertare se, come rilevato dalla Corte dei Conti, vi siano responsabilità personali da parte di qualcuno in questo dissesto.
Non è giusto che ci si limiti a sanare tutto appesantendo i cittadini di gabelle mentre chi doveva riscuotere tasse, tributi ha fatto cadere tanto in prescrizione. Non è giusto scoprire, tutto ad un tratto, che esistevano “ingenti somme” di denaro non riscosse per affitti di immobili comunali. Non è giusto che coloro che dovevano sorvegliare l’utilizzo del denaro pubblico, la correttezza dei bilanci comunali, le società partecipate e gli sperperi se la cavino, qualora esistessero reali colpe e responsabilità, impunemente senza neanche dover mettere le mani in tasca perché a ciò hanno delegato solo Pantalone. Questo non è giusto, assolutamente no.