Il Sedile

Piazze No Vax.

Rubriche/Opinioni/di Piero D’Errico

A vederli così decisi, così arrabbiati, così sicuri delle loro certezze, mi fanno venire i brividi.

Se poi si ha anche l’occasione di sentirli ragionare beh, allora la cosa si complica perchè diventa difficile seguire i loro ragionamenti se non ci si spoglia di ogni logica, di ogni evidenza.

Si definiscono: NO VAX.

Di sicuro, e fortunatamente per loro, non hanno guardato in faccia la paura, non hanno guardato in faccia la morte, non si sono sentiti soli, lontani da ogni persona cara.

Quando ti capita di essere eternamente riconoscente a medici, infermieri e a chi hai sentito vicino e ti ha salvato, quella piazza non ti vedrà mai sprecare  parole senza senso, sostenere tutto ciò che è difficile sostenere sino a sfiorare, anzi no sino a toccare l’incredibile.

Tanti letti in fila, tante persone intubate, immagini che ti segnano  e che ti porti dentro.

Se solo avessi visto, mio caro amico, non sono sicuro che oggi staresti qua in questa piazza a farti male e a fare male.

Quando sei attaccato ad una flebo che dura più di quattro ore, hai tutto il tempo per sperare che il virus non stia attaccando oltre ai polmoni, altri organi e ti resta anche il tempo per pensare a come evitare quelle piazze.

Quando ti capita di dare importanza a cose a cui non hai mai creduto o quando ti affidi alle preghiere che non hai mai fatto, quando ti aggrappi ad ogni cosa, anche inutile, non sarai mai presente in quella piazza a protestare, a contestare qualcosa che può salvarti.

Siamo appena a novembre, ma io aspetto già  dicembre, il più bel mese dell’ “inverno”,  feste, auguri, regali, Chiese, presepi, luci.

E quest’anno ho un motivo in più, a dicembre farò la terza dose ( la prima è stata il COVID contratto ) ed io non vedo l’ ora.

Sarà, per me,  come  mettermi in salvo, o almeno  spero.

Era l’ undici novembre di un anno fa ed ero in un angolo del DEA, positivo da qualche giorno.

Se la mia esperienza può servire a convincere qualcuno, anche uno soltanto, sarò felice.

Convincerlo che il vaccino è l’unica via d’uscita, l’unica via che un giorno potrà farci tornare liberi.

Magari in un bel giorno di un grigio inverno, incontrassi di nuovo  qualcuno, già  incontrato prima in una piazza NO VAX,  in fila per il vaccino.

Sarei felice. Si sarei proprio felice.

Magari riuscissi a far cambiare idea anche a uno solo, magari si riuscisse a smorzare quella contrapposizione carica di ideologia e di un  patologico antisistema a prescindere dai contenuti e dalle verità.

“Star bene, sentirsi bene,  è bello, si troppo bello”.

Ed è un vero peccato se a volte ce ne accorgiamo solo quando non stiamo più tanto bene.

Un abbraccio.

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