Essere cristiani nel tempo del grande esodo Laterza Saggi tascabili
Galatina – Oggi le informazioni viaggiano su molti canali, media e social ci permettono di venire a conoscenza della notizia e costituiscono il primo livello dell’informazione, i giornali approfondiscono la stessa notizia dalle proprie prospettive ideologiche e infine i libri che dedicano più spazio al singolo argomento e permettono delle riflessioni a più ampio raggio. Ed è quello che ci permette di fare questo piccolo e agile saggio, di Pierluigi Di Piazza teologo, insegnante e fondatore nel 1988 del Centro di Accoglienza per profughi ed immigrati “ Ernesto Balducci” di Zugliano (Udine).
“Il mio nemico è l’indifferenza” è un libro denso di contenuti e riflessioni sui tempi che corrono, è un libro che interroga la nostra fede, in esso Don Pierluigi Di Piazza, affronta le nostre paure parlandoci in prima persona delle difficoltà che ha incontrato nell’accoglienza di chi vive ai margini.
Lui prete di frontiera da più di trent’anni, che ha i suoi fari in Padre Balducci, Padre Turoldo, Don Milani, sulla marginalità e sulle periferie si sofferma molto, snocciolando dati e statistiche e ribaltando la concezione che spesso si ha sull’argomento –Mi pare di poter dire che solo dalle periferie può partire e aver seguito un cambiamento autentico della società e del mondo, per il quale la parola giustizia, accoglienza, pace, custodia di tutti i viventi, solidarietà e verità diventino esperienza quotidiana. –
Non può bastare il solo sdegno morale, il teologo denuncia- una colpevole indifferenza- diffusa fuori, ma anche dentro la Chiesa, così come – una politica ritardataria, attendista e autoreferenziale – e ci spinge a unire il Vangelo alla concretezza del fare, a essere cristiani e non solo a proclamarsi cristiani, ci invita ad assumere un ruolo, a schierarci, in tutte le grandi sfide che ogni giorno abbiamo davanti.
-Non ci si può dichiarare cristiani e prendere parte alle ingiustizie, professare il razzismo, accettare la discriminazione di omosessuali, nomadi, carcerati, migranti.
Non ci si può dichiarare cristiani ed essere complici della distruzione e dell’usurpazione dell’ambiente.
Non ci si può dichiarare cristiani aderendo solo a parole al nuovo corso di papa Francesco, perpetuando nei fatti l’antico vizio di strumentalizzare Dio senza voler fare nulla.
Ma c’è anche spazio per le esperienze positive e per una speranza. Quella che ciascuno impari a prendersi cura, per quanto può, delle sorti degli altri.
Pierluigi Di Piazza
Pierluigi Di Piazza, prete dal 1975, laureato in Teologia, ha ricevuto nel 2006 la laurea ad honorem dell’Università degli Studi di Udine quale ‘imprenditore di solidarietà’. Insegnante per trenta anni, nel 1988 ha fondato il Centro di accoglienza per stranieri e di promozione culturale “Ernesto Balducci” di Zugliano (Udine) di cui è responsabile. Collabora con giornali e riviste.
Tra le sue pubblicazioni, Questo straordinario Gesù di Nazaret (2010) e Io credo. Dialogo tra un’atea e un prete (con Margherita Hack, 2012) e poi Fuori dal tempio. La Chiesa al servizio dell’umanità (2011) e Compagni di strada. In cammino nella Chiesa della speranza (2014).