Sarebbero 208 le prestazioni a rischio spreco e comprendono tac, risonanze magnetiche, odontoiatria etc..

logo assoconsumCronaca/ di Assoconsum Lecce

E’ ancora in corso la battaglia contro il provvedimento del Ministero della Salute sul “taglio” alle prestazioni sanitarie a rischio di inappropriatezza. I medici continuano a protestare anche se il ministro della Salute Beatrice Lorenzin rassicura che a guadagnarci non sarà la sanità privata. Il ministero della Salute ha presentato ai sindacati dei medici il decreto sulle prestazioni sanitarie considerate inappropriate: sarebbero 208 le prestazioni a rischio “spreco” che comprendono tac, risonanze magnetiche, odontoiatria, prestazioni di laboratorio, test allergici e genetici. Tali esami potranno essere eseguiti solo rispettando delle condizioni di derogabilità: in caso contrario saranno a carico dei cittadini.

Uno dei punti dolenti è la previsione di sanzioni pecuniarie per i medici che prescriveranno accertamenti e prestazioni sanitarie considerate inappropriate.

Il ministro della Salute Lorenzin chiarisce che “le sanzioni sono state volute fortemente dalle Regioni e addirittura in un primo momento si voleva che scattassero automaticamente alla Corte dei Conti” aggiungendo anche che “non è che se un medico prescrive una lastra in più scatterà chissà cosa, stiamo parlando di casi macroscopici di eccesso prescrittivo che comunque potranno essere motivati e discussi in contraddittorio dal medico prima che scatti un’eventuale sanzione”.

Per il ministro non ci saranno vantaggi per la sanità privata: “Il fatto che lo Stato decida di non rimborsare prestazioni giudicate non appropriate è un dovere che abbiamo anche nei confronti dei cittadini che finanziano la sanità pubblica. Questo vale oggi che abbiamo risorse limitate ma vale in assoluto, perché, pur in presenza di risorse illimitate, non è giustificabile che se qualcuno vuole comunque farsi un esame sconsigliato, il pubblico glielo debba pagare. Anzi è oggi, con troppe prestazioni non sempre necessarie, che il pubblico va spesso in difficoltà con le liste d’attesa che si allungano e che provocano, queste sì, la corsa verso il privato”.

A fronte degli sprechi che sicuramente in passato ci sono stati ne che dovrebbero essere combattuti, Tonino Aceti, portavoce del Tribunale per i diritti del malato dichiara: “Avevamo già annunciato la nostra intenzione di mobilitarci e siamo pronti anche a farlo insieme a medici e sanitari su questo specifico tema. Non possiamo non intervenire vedendo che si vuol trasformare il medico da professionista che agisce in scienza e coscienza a funzionario amministrativo che esegue comandi dall’alto per fare cassa”.

E se l’inappropriatezza si combatte con l’adeguata formazione, il decreto finirà per incentivare – prosegue Aceti – “la medicina ‘astensiva’, il contrario di quella difensiva ma non meno dannosa, che spinge il medico a non prescrivere, perché se prescrive viene multato. Questo proprio nel momento in cui i dati ci dicono che aumenta la popolazione che non riesce ad accedere alle prestazioni per motivi economici e liste d’attesa”.