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Non solo oro e gioielli, con la crisi anche vini, formaggi e oli extravergine di alta qualità possono essere dati in pegno in cambio di prestiti. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in relazione alla misura del “pegno rotativo” sui prodotti agricoli e alimentari a denominazione d’origine protetta e a indicazione geografica protetta (Dop/Igp) introdotta dal decreto “Cura Italia”, un provvedimento necessario al sostegno dell’agroalimentare, duramente colpito dall’emergenza Covid.
La Puglia vanta 5 oli extravergine di oliva DOP e l’IGP Olio di Puglia, 4 formaggi DOP e 1 IGP, oltre a 38 vini DOC/IGP che generano un valore di oltre 439 milioni di euro, secondo i dati dell’Osservatorio Ismea-Qualivita e Origin Italia. Si tratta – sottolinea la Coldiretti regionale – di un tesoro diffuso particolarmente apprezzato a livello internazionale che fa gola anche alle banche interessate ad investire nella qualità e nel valore del Made in Italy.
Le specialità alimentari – spiega la Coldiretti regionale – possono essere date in pegno, a decorrere dal giorno in cui sono collocate nei locali di produzione e/o stagionatura e/o immagazzinamento in cambio di prestiti che vengono incassati mantenendo la proprietà del prodotto, che può essere sostituito senza ulteriori stipulazioni.
Una forma di finanziamento innovativa particolarmente adatta – precisa la Coldiretti Puglia – per alimenti che chiedono tempo per completare il ciclo produttivo come ad esempio l’invecchiamento dei vini e la produzione di oli extravergine di oliva.
Intanto, si stringono i tempi per la presentazione delle domande per la richiesta dei contributi riservati alla filiera olivicola, con il decreto del Mipaaf che definisce i criteri e le modalità per accedere all’aiuto, fortemente voluto dalla Coldiretti, è stato pubblicato l’8 gennaio ed entro un mese dovranno essere definite dall’Agea le istruzioni. Il budget disponibile per sostenere lo sviluppo della filiera olivicola olearia, favorendo l’aggregazione e aumentando la sostenibilità, è di 30 milioni, con le risorse ripartite in 10 milioni per il sostegno di investimenti in nuovi impianti e 20 milioni per l’ammodernamento di quelli esistenti.
Per l’ammodernamento di impianti esistenti le condizioni sono superficie minima interessata pari a 2 ettari, utilizzo esclusivamente di cultivar italiane, storiche/autoctone, appartenenti all’elenco delle cultivar della biodiversità nazionale da piante auto radicate o innestate (di età non inferiore ai diciotto mesi), età degli olivi pari o superiore a 40 anni, adozione di sistemi di agricoltura di precisione. Sono ammesse a contributo le operazioni di infittimento oliveti esistenti, reimpianto oliveti esistenti/riconversione varietale, oltre ad interventi di potatura straordinaria – aggiunge Coldiretti Puglia – finalizzate al recupero produttivo degli oliveti e realizzazione impianto irriguo a goccia.
Le quotazioni riconosciute ai produttori in molti settori non coprono più’ – conclude Coldiretti Puglia – neanche i costi di produzione e mettono a rischio il sistema agroalimentare ‘made in’”. In gioco c’è un sistema assicurato in Puglia grazie al lavoro di oltre 100mila aziende agricole e stalle, più di 5mila imprese di lavorazione alimentare – insiste Coldiretti Puglia – una capillare rete di distribuzione tra negozi, supermercati, discount e mercati contadini di Campagna Amica.