Il Sedile

Proviamo a difenderci

Uniamoci intorno al paese e chiediamoci: “qual’ è la scelta giusta?”               

Rubriche/ di Piero D’Errico                                                 

Partiamo da una considerazione oramai acclarata. Il nostro paese è stato sempre generoso, si è sempre contraddistinto per una generosità e un altruismo, fortunatamente, non comune. Di contro però quella “generosità” dimostrata sin dalla fine degli anni ’80, non ha mai avuto un “riconoscimento” da chi invece per “dovere” e “onestà” doveva averlo.

E così siamo andati avanti per oltre trent’anni perdendo, colpa sempre la nostra generosità, pezzi di paese e rappresentanza nelle istituzioni. Abbiamo messo sempre avanti il partito poi la “città” fa niente che il partito dava una mano a chi della città, né prima né dopo, importava niente. Fa niente che si votava un perfetto estraneo agli interessi e ai problemi della città. “Li” abbiamo votati e poi ci siamo lamentati.

Poi “li” abbiamo rivotati e ci siamo ancora lamentati.

Poi “li” abbiamo ancora votati e ci siamo ancora lamentati.

Un avvitamento continuo su noi stessi, che andava inevitabilmente a sbattere sulla vita stessa della città. Tutti questi anni sono stati come il “copione” di una rassegna teatrale comica, a cui tutti abbiamo assistito senza riconoscerci, pur essendo attori ed interpreti.

Magari ci siamo crepati dal ridere non capendo che quella “recitazione” si riferiva sempre e soltanto a noi, miseri imbecilli. Abbiamo spesso voltato le spalle al paese per qualche interesse personale, molte volte anch’esso disatteso.

Per un numero di telefono che ci hanno dato dichiarando e con ciò provando una falsa “piena disponibilità”. Telefono che il giorno dopo era già spento. E nel frattempo, il paese è andato a rotoli, impegnato a fare solo i conti di ciò che veniva tolto mai di quello che veniva dato.

Chiediamo il “conto” per tutte le volte che i nostri voti sono stati utilizzati “contro”.  Chiediamo il conto a “chi” è sparito subito dopo avere preso i nostri voti. Cominciamo a farci pagare il conto per i tanti voti a perdere. Proviamo a reagire o smettiamola di lamentarci, di piangerci addosso per sempre.

Proviamo a “vendicarci” dei tanti torti subiti, dei tanti torti che hanno ferito la nostra città, non confermando più la nostra fiducia a chi ha dimostrato di non meritarla. Proviamo a fermare il nostro proverbiale altruismo, e riflettere un attimo. Uniamoci intorno al paese e chiediamoci: qual’ è la scelta giusta?                                                                                  

Siamo stati sempre noi stessi a votare contro la nostra città e se abbiamo fatto scelte sbagliate o abbiamo usato un modo sbagliato per scegliere, non facciamolo più. PROVIAMO A DIFENDERCI, magari PROVIAMO AD AMARCI. Almeno stavolta.

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