Oggi, con la delibera di Giunta n.3, servono 1000 euro per far spiegare la legalità, meno male non devono spiegare anche il lavoro.
E’ stata l’insegnante dei miei figli. Insegnava al secondo circolo di via Spoleto dove per decenni ha visto passare e crescere centinaia di ragazzi e ragazze. Per lei non era un lavoro, era una passione, amava i suoi ragazzi ed era ricambiata di egual amore, per loro lei era una seconda madre, non la loro semplice insegnante.
Crescendo non si sono mai staccati da lei né lei da loro neanche oggi, che a loro volta tanti di loro son diventati madri e padri. Li ha seguiti tutti passo dopo passo dall’addio alle elementari alle Medie inferiori, poi alle superiori, poi all’università ed infine nel loro lavoro e loro appena possibile vanno a trovarla per tenerla informata di tutto.
Per loro, con la signora Pierina, la scuola non è mai stata tale in senso assoluto, era un gioco, un gioco divertente in cui si imparavano tante cose. Assai diverso per noi genitori. Per noi genitori quella scuola diventava a volte e per lunghi periodi, un vero e proprio secondo lavoro, ma lo si faceva con piacere conoscendone il fine.
Lei ci chiamava a raccolta, sapeva benissimo il lavoro di ognuno di noi. S’era informata dai suoi ragazzi, e poi ci esponeva il suo “progetto”. Voleva che noi tenessimo degli incontri periodici con i ragazzi per spiegare ai “suoi” ragazzi in che cosa consisteva il lavoro di ognuno di noi, spiegarne i modi e le forme in cui si esplicava e la sua funzione affinché i ragazzi esercitandosi capissero cosa c’era oltre la scuola.
A disposizione si avevano due risposte: o si oppure si. Non ci stava via di scampo perché da un lato ti faceva accerchiare dai ragazzi entusiasti dell’esperienza da cominciare e dall’altra, molto gentilmente, martellava anche lei, per cui la risposta doveva essere si.
A me toccava di spiegare come si crea e come funziona una Banca. Dopo pochi incontri avevano capito più che bene il concetto, la funzione ed il fine di una banca. Tanto bene che il primo prestito lo fecero alla loro stessa insegnante le prestarono 50 lire per il caffè. Al momento della restituzione le calcolarono gli interessi, le applicarono i giorni banca e le chiesero 65 in restituzione. Lei li restituì arricciando naso e labbra ma non si fece più prestiti dalla banca dei suoi ragazzi.
La cosa che mi colpì maggiormente di quell’esperienza fu un ragazzo della classe che non riuscì mai ad avere un prestito. Il motivo era da ricercarsi nel fatto che mesi prima aveva chiesto in prestito una gomma ad un compagno, quello che poi sarebbe diventato il direttore della Banca, una specie di Enrico Cuccia in pantaloncini e grembiule. Non l’aveva più restituita. Insomma si era creato, con quella gomma non restituita, la fama di “cattivo pagatore” ed ormai se la portava appresso come un marchio. La classe era diventata come una specie di centrale rischi quella in cui una volta segnalato puoi evitare di avvicinarti a qualsivoglia sportello bancario.
Ad ogni incontro il povero ragazzo era lì a chiedermi: “ Ma perché io non posso avere un prestito?” Vagli a spiegare che le gomme si restituiscono sennò sei segnalato a vita. Eppure avevo tanto insistito sul concetto di Banca etica, evidentemente avevano capito subito come gira il mondo.
Ogni genitore svolse il suo compito nel migliore dei modi o cercò di svolgerlo nel migliore dei modi ed i ragazzi tra teoria e pratica, gioco e lavoro, impararono tante cose, ma principalmente impararono a capire a cosa si stavano preparando attraverso la scuola, grazie alla dedizione di un’insegnante scrupolosa e di genitori disponibili ad affiancarla nella sua scrupolosità e dedizione.
Perché tutto questo preambolo? Semplice , principalmente per rendere omaggio ad una grande donna ed una grande insegnante, ora è in pensione, e poi perché una Determina di questi giorni dell’Amministrazione Comunale di Galatina mi ha riportato alla memoria quell’esperienza. La Determina è la n.28 del 2014 che fa seguito ad una delibera la n.3 del 2014 (che celerità) in cui si informa che un avvocato ha presentato un “progetto” alla Giunta da realizzare nelle 5^ elementari e nelle terze delle medie inferiori della città, su una non ben identificata “educazione alla legalità”.
In cambio chiede un contributo pubblico di mille euro e la Giunta Comunale secondo voi cosa ha fatto? Li ha deliberati ed impegnati in pochissimi giorni. Non sia mai che i nostri ragazzi crescano nell’illegalità.