Cronaca/di Comunicato Stampa “Galatina al Centro”
La metafora di lanciare un sasso nello stagno, seguita da una forte azione intrapresa dai giovani associati di Galatina al Centro per raggiungere l’obiettivo, ha sortito l’effetto desiderato. Il riferimento è per il recupero e la rinascita del polo fieristico, da sempre cavallo di battaglia del presidente di GAC, avvocato Vincenzo Specchia, e dei suoi militanti.
Il confronto all’americana di alcuni giorni addietro tra i quattro candidati sindaco, Amante, Antonaci, Antonica e Vergine, ha espresso un’inspiegabile (!?!) comunanza di fattibilità di recupero e riqualificazione dei 31.000 metri quadrati su cui insiste il polo fieristico, peraltro espressa nei rispettivi programmi elettorali con dettagli di progetto altisonanti.
E dire che la conclamata indifferenza delle varie amministrazioni che si sono avvicendate alla guida della città per il recupero della struttura ha fatto il paio, sino a pochi mesi addietro, con l’avversione di qualche consigliere attualmente in carica che, nel consesso istituzionale, aveva considerato antistoriche (le fiere sono morte), le finalità delle manifestazioni fieristiche, cantandone il de profundis.
E’ passata così all’attacco GALATINA AL CENTRO, lanciando il sasso perché le cose accadano, sventando (almeno per il momento) la svendita di quella che era la terza struttura fieristica in Puglia dopo Bari e Foggia.
“L’illegittimità della delibera consiliare n.27 del 28/6/2021, dichiara l’avvocato Vincenzo Specchia presidente di GALATINA AL CENTRO, è stata da noi impugnata perché priva della variante urbanistica, con un ricorso al Capo dello Stato già dal novembre 2021 che ha congelato i lavori di ristrutturazione in attesa dell’esito della fase cautelare non ancora intervenuta. Quindi che nessuno ci tolga la primogenitura, frutto di un faticoso lavoro dei nostri giovani associati, ed oggi cavallo di battaglia di chi si riconosce militando nella lista UNITISIVINCE a supporto del candidato sindaco Fabio Vergine”.
Incredibilmente l’unità di pensiero e di azione, almeno su questo tema, è stato un denominatore comune e convergente tra i contendenti.
L’appuntamento nella linda piazzetta Orsini però non è stato del tutto tranquillo. Il palco transennato e perimetrato da un numero di posti contingentato si anima di buon’ora. Il pubblico confronto tra i quattro candidati sindaci, il cui format rispetta fedelmente i criteri della par condicio, sta per prendere il via moderato dalla giornalista Maria Teresa Carrozzo dell’emittente televisiva Antenna Sud.
La luminosa cristianità della Basilica Orsiniana di Santa Caterina d’Alessandria accoglie attori ed astanti in un concavo abbraccio, quasi a voler spandere un’azione deterrente alle ostilità verbali dei candidati già schierati, fronte al pubblico.
Non sarà così. Toni sommessi quelli iniziali, quasi a trovare la giusta cadenza e a salivare l’ugola, ma sempre pronti al rintuzzo.
Il crescendo però è dietro l’angolo. Attacchi d’incompetenza e di pressapochismo da una parte e dall’altra, accuse nient’affatto velate sull’incapacità di gestione della cosa pubblica di ieri e di oggi in un continuo rimpallo.
Poi uno snocciolare di addebiti che si riversano ad incrocio sui quattro candidati.
Dalle occasioni perdute, alle risorse finanziarie mai intercettate, dall’eredità di profondi rossi che hanno zavorrato le attività amministrative, ai bilanci ordinati che stanno evitando lo stato di dissesto, grazie anche ad un piano di riequilibrio che ha assegnato un milione e trecentomila euro nel biennio 2021-2022 da parte del Ministero dell’Interno.
Per altri, invece, è l’evidente mancanza di un pensiero progettuale che alimentando l’improvvisazione, ha fatto sprofondare la città in un dimenticatoio sempre più degradato. Verso il vuoto, in un lacrimatoio che Galatina e i suoi abitanti rigettano.
L’accavallarsi di biasimi o di discolpe, in crescendi vocali che coprono all’uditorio la percezione concettuale di tali espressioni, è riportato alla normalità dal deciso controllo della moderatrice scandito da un orologio countdown.
Poi si passa a toccare i nervi scoperti di una perduta centralità della città ombelico del Salento. Dall’agricoltura sempre più desertificata e priva di risorse che ne alimentino il rilancio, alle attività commerciali che boccheggiano da ancor prima del lockdown, al turismo mozzichi e bocconi limitato nelle offerte e disincentivato.
Il depotenziamento dell’Ospedale “Santa Caterina Novella, ridotto a presidio per mere prestazioni ambulatoriali, pur avendo rappresentato fin dalla fine degli anni ‘60 la perla sanitaria del Salento, riagita il verbo dei candidati.
La spoliazione completa d’interi reparti a favore di altri ospedali limitrofi, seppur prevista dal riordino del sistema ospedaliero, (regolamento regionale 10 marzo 2017, n. 7 regolamento regionale: “riordino ospedaliero della regione puglia ai sensi del d.m. n.70/2015 e delle leggi di stabilità 2016-2017) è riconducibile al vivo interessamento di politici sodali all’attuale governatore della regione Puglia, e alla disarmante inoperosità delle amministrazioni locali sotto le quali sono maturati tali tagli. Insomma un botta e risposta fatto di reciproche accuse, mai un mea culpa sia pure indiziario.