Bacchettato l’operato della Giunta Montagna e del suo assessore di riferimento.

UrbanisticaCronaca/ di p.z.

Galatina – Se non è architettura politica è sicuramente ignoranza. In un caso o nell’altro basta quanto riportato nella Delibera di Giunta n. 95 del primo aprile 2015 per capire che se non è zuppa è panbagnato. Potrebbe esistere anche una terza ipotesi ed è quella che si è cercato di prendere in giro la città ed i cittadini, a voi la scelta. Oggetto della Delibera le “determinazioni e le linee di indirizzo” per i servizi di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti comunali.

Ho Virgolettato la dicitura “ determinazioni e linee di indirizzo” perché in effetti non è stato determinato nulla in quanto ancora una volta sono stati altri ad essere intervenuti per dire cosa doveva essere fatto vista forse l’incompetenza o la specifica volontà di non fare da parte dell’assessore  all’Ambiente ed alle Società Partecipate. Per omesso controllo e per quiescenza non si possono naturalmente neanche nascondere quelle che sono le responsabilità specifiche del sindaco Montagna.

Veniamo alla delibera di cui in oggetto ed alla sua cruda esposizioni dei fatti ed i grotteschi tentativi di mascherare le colpe. In essa si legge che i servizi di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti devono essere forniti non più su base comunale  bensì su base di Ambito ARO e che il comune di Galatina fa parte dell’ARO 5. Poi, si legge sempre in premessa, la prima chicca della delibera che afferma “ tuttavia i Comuni ricadenti nel perimetro dell’ARO5, di cui Galatina è Comune capofila, hanno maturato un ritardo relativamente alle scadenze temporali previste per l’attivazione delle procedure per l’affidamento del servizio (….)”

Ma come, hanno già dimenticato che i ritardi sono stati del Comune capofila ossia di Galatina per il qual motivo il sindaco Montagna è stato commissariato nel suo ruolo di presidente dell’ARO5 e sostituito da un commissario ad acta nella persona dell’ing. Domenico Lovascio? Labilità mentale o difficoltà ad ammettere le proprie colpe?

Proseguiamo. Ci è stato sempre detto in ogni angolo di paese, in ogni sede, in ogni baldacchino comiziale, in tutte le salse ed in tutte le arrampicature possibili che nelle more dell’espletamento della gara da parte dell’ATO in primis e dell’ARO poi che la legge della Regione Puglia la n.24/2012 non consentiva di effettuare gara per l’assegnazione del servizio in attesa dell’espletamento di quella dell’ARO del cui ritardo ci siamo resi colpevoli in prima persona. Siamo andati avanti con proroghe alla CSA, ben tre per 6 mesi l’una e ci si chiedeva “cui prodest”?  Una Società che tutti hanno sempre detto a parole di voler chiudere ma che nei fatti hanno mantenuto in vita con accanimento terapeutico ed ultimamente ancor di più tanto che si sente in giro di volerla far partecipare alla prossima gara. Ogni cosa però a suo tempo.

C’ è stato, dunque, bisogno ancora una volta dell’intervento dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) per fermarli. L’ANAC ha detto in sintesi che non erano più consentite proroghe e che si procedesse a fare la gara. Ma come , vi chiederete, non ci era stato impedito dalla Regione Puglia? La Regione Puglia non impediva nulla era soltanto la volontà politica, di cui dovrebbe rendere conto e dare spiegazione, della Giunta Montagna e del suo assessore di riferimento a mantenere in piedi un barraccone con pietose bugie.

Ecco, infatti, cosa scrivono in delibera. Scrivono che l’ANAC ha precisato che : “ Nelle more dell’indizione della gara d’ambito per il Comune facente parte dell’ARO ritardatario (…) vi è la possibilità di affidare il servizio mediante gara ad evidenza pubblica , anche negoziata d’urgenza, prevedendo nel contratto l’inserzione di una clausola di risoluzione espressa e/o anticipata in caso di aggiudicazione al gestore unico in data anteriore alla scadenza contrattuale (…)”. Capito? Bastava una semplice clausoletta e voilà sarebbe stato tutto risolto.

Veniamo ora alla famosa legge regionale che ci impediva di fare la gara. La Dirigente dei LL.PP. in ossequio agli indirizzi dati dall’ANAC ha inviato una nota alla Regione Puglia chiedendo chiarimenti e direttive in merito e quali, nelle more di una gara provvisoria, fossero le competenze dell’ARO. Ha ricevuto dalla Regione una nota di risposta, la n.2403 del nove marzo, in cui vien detto papale papale: “ nelle more dell’avvio della gestione del servizio “unico” di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti urbani le funzioni in materia sono esercitate dai Comuni singolarmente con esclusione di qualsiasi facoltà dell’Assemblea dell’ARO di svolgere un ruolo attivo nella procedura di affidamento in oggetto in quanto l’esercizio della funzione di organizzazione di tali servizi è obbligatorio per i Comuni”.

Si aggiunge poi anche quanto sentenziato dal TAR Puglia che ha affermato che “ I comuni nelle more dell’operatività del nuovo regime  di gestione, conservano la competenza in materia e quindi la legittimazione ad affidare il servizio con procedura di evidenza pubblica in conformità alla disciplina nazionale, i Comuni non sono privati del potere di organizzazione del servizio di igiene urbana in attesa che entri a regime la gestione del medesimo da parte dell’Autorità”.

C’era bisogno di un intervento deciso e decisivo dell’ANAC perché i nostri politici scoprissero tutte queste cose? L’altra faccia della medaglia e che le sapessero già ma che non le dicevano e non ci dicevano neanche il perché del non voler fare la gara.

Intanto con la medesima delibera si è disposto di procedere all’affidamento dei servizi di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti tramite procedura negoziata d’urgenza con il preventivo esperimento di un’ apposita indagine di mercato da effettuarsi tramite la pubblicazione di un avviso pubblico volto all’acquisizione delle manifestazioni di interesse da parte degli operatori economici interessati e che tutte le clausole esaminate in questo contesto saranno inserite nel contratto di appalto.

Si è ora in attesa del proseguo di questa  telenovela anche perché sei mesi di detti servizi, secondo le attuali tariffe, corrispondono a circa 1.600.000 euro , importi che richiederebbero forse procedure di gara diverse da quella adottata. Si tratta di capire, ora, se l’Amministrazione ha voglia di voltare definitivamente pagina su questo capitolo assai penoso per la vita della città e per le conseguenze che ha portato in termini di costi e disservizi.