Il Sedile

Racconti Sotto l’Ombrellone: “L’Aria Aperta”.

Rubriche/PensieriParole/di Piero D’Errico

Se un giorno qualunque a qualcuno venisse in mente di formare un gruppo, un circolo, un club a cui fare aderire quelli che vivono per l’estate e a cui per logica dare il nome QUELLI DELL’ESTATE, io voglio esserci.

Per favore, scrivetemi senza neanche chiedermelo.

La mia dipendenza dall’estate è felicemene totale, nel senso che se devo fare un viaggio aspetto l’estate o se mai un giorno mi venisse in mente di cambiare la macchina, aspetterei sempre l’estate.

E’ totale nel senso che col primo caldo, comincio a preparare camicie e magliette di ogni colore, pantaloncini da abbinare e infradito per il mare,    per poi accorgermi di aver usato solo qualcosa.

Tutto per qualche occasione, qualche partenza, se vado là o vado là, le “occasioni d’estate non mancano”.

Insomma mi assale una voglia di esagerare, di strafare, di preparami per l’estate.

L’estate porta con sé tutti i colori, moltiplica le occasioni di incontro, le opportunità,  gli inviti e poi fa nascere amori.

L’estate è, musica e compagnia, viene voglia di cantare, fare tardi  e “ se poi mi sento solo di svegliare tutti quanti”.

L’estate è ARIA APERTA, voglia di liberarsi del chiuso, di fare tutto all’aria aperta, l’estate ti lascia sempre una canzone.

Poi  arriva, fai appena in tempo ad accorgerti ed è già passata, lasciando sempre dietro di sé, un po’ di delusione perchè nell’estate ci metti troppe cose, troppe aspettative, troppi sogni.

Alla fine succede sempre che la bellezza dell’attesa, supera la bellezza dell’estate stessa.

Troppo breve o come diciamo noi romantici, “un battito di ciglia”.

Per me l’estate è sempre uguale, sempre in attesa di quell’estate “indimenticabile” sempre in attesa di quell’estate “bellissima” che non è mai arrivata e temo non arriverà mai.

Ma io insisto e continuo ad aspettare. Chissà …….

E noi ?

Ci siamo fatti compagnia, non avevo nulla di pronto, avevo solo qualche idea sparsa qua e là nella mia fantasia che ho cercato di raccogliere e raccontare.

Ho preparato tutto settimana per settimana, con sempre la paura che arrivasse sabato e non avessi niente di pronto, di finito da inviare.

Ho usato solo un “pezzo” della mia raccolta 2001/2003 mai pubblicata.

Abituato a scrivere solo quando l’ispirazione me lo chiede senza date o scadenze, non è stato facile, forse irripetibile ma comunque bello.

Ho fatto una sfida con me stesso e ho vinto. A volte riesco perfino a sorprendermi, e poi  Dio mi ha dato una mano.

Ormai di ombrelloni se ne contano pochi, il nostro viaggio era percorrere l’estate, il caldo, le spiagge, ripararci dal sole sotto l’ombrellone.

Siamo arrivati. Peccato.

Da qui in poi sarà tutta un’altra storia.

Sprofonderemo nei colori tristi e grigi dell’inverno, sprofonderemo come in un lungo letargo.

Per favore non cercatemi.

Attraverseremo un lungo inverno, annegheremo nel triste inverno, ricorderemo e aspetteremo un’altra estate per farci ancora compagnia.

Pensatemi in un angolo sperduto di questo mondo, un angolo dove l’ispirazione arriva dritta, senza filtri, dove l’ispirazione non incontra ostacoli.

Pensatemi a scrivere, poggiato su un tavolo da cucina con tovaglia a quadri, basterà a farmi felice e prima o poi quello che scrivo, vi verrà a cercare.

Voglio salutare l’estate e pregarla di tornare presto.

Voglio ringraziare il direttore per l’ onore che mi ha dato nel curare questa “rubrìca” e voi tutti carissimi lettori.

Con voi ho condiviso i miei racconti in tutto questo tempo, spero tanto di non avervi annoiato.

Voglio salutarvi nel modo più semplice e romantico che conosco: CIAO.

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