Imposto il taglio di un sostanzioso 20% rispetto alla prima determinazione.
Galatina – I Comuni spendono troppo per le spese di organizzazione delle consultazioni elettorali, le stesse spese che poi il Governo centrale dovrà rimborsare, pertanto lo stesso ha fatto pervenire disposizioni precise perchè siano contenute entro certi limiti.
Nello specifico ha disposto che i Comuni devono prendere come base di riferimento quanto speso nella consultazione referendaria del 2016 decurtato di un 20%.
Così anche a Palazzo Orsini il dott. Bolognino ha dovuto riprendere la suddivisione fatta dei pani e dei pesci ed ha dovuto ridefinire il tutto sottraendo a qualcuno qualche panino a qualcun altro qualche pesce.
Sia ben chiaro non è che sia cambiata la sostanza e neanche la proprietà distributiva. Su una base di partenza a pioggia sono stati inseriti quelli da bagnare un po più degli altri. Contestazioni prima e contestazioni ora. D’altra parte con queste soporifere RSU si può sperare altro? Un manto pietoso particolare per i responsabili territoriali provinciali.
La cosa esilarante è, comunque, la presunta genialità del nostro Segretario Generale che nella sua determina scrive testualmente “il lavoro straordinario, autorizzato per garantire gli adempimenti connessi alle consultazioni del 4 marzo 2018, è obbligatorio per il personale incaricato, salvo giustificati e comprovati motivi”.
Sembra quasi, che al posto di mugugni e malcontenti si sia trovato, invece, di fronte ad una repulsione generalizzata da parte di tutto il personale comunale a svolgere lavoro straordinario tanto da dover ricorrere ad un richiamo ufficiale al patrio dovere.
Vuoi vedere che sarà forse questo il vero motivo per cui il dott. Bolognino ha dovuto ridurre qualcuno da 120 a 110 ore di straordinario? Però anche con 110 ore dovrà essere in ogni caso un duro sacrificio per il dipendente sciropparsele tutte, sono pur sempre il corrispondente di circa 18 giornate lavorative in più.
Alla stessa stregua ci sta da chiedersi come si può richiamare al dovere dello straordinario un dipendente a cui a suo tempo è stato detto che al suo Comune serve soltanto per 18 ore settimanali, il resto se lo può completare in qualche Comune vicino. Poi arrivano le elezione e gli vengono imposte 28 ore di lavoro straordinario. Una ignobile vessazione. Lui deve già assolvere agli impegni di Vice Segretario e Comandante della P.M. nel paese ospitante e poi sommare le incombenze connesse alle 18 ore locali è deve per giunta essere obbligato a svolgere il lavoro straordinario elettorale?
Senza cuore!
Una domanda, però, al dott. Bolognino, nella sua qualità di distributore di straordinario obbligato la dobbiamo proprio fare. Segretario non le chiederemo, visto le prescrizioni dell’art. 5 comma 7 della legge regionale n.37 del 14 dicembre 2011, come sia riuscito a far nominare un componente del corpo di Polizia Municipale suo vice segretario e neanche cosa l’ha indotta, se aveva così tanto lavoro nella sua sede di origine da avere l’esigenza di un Vice Segretario per farsi “coadiuvare e sostituire“, a portare 18 ore del suo prezioso lavoro qui da noi a Galatina. Niente di tutto ciò le chiederemo, vorremmo soltanto chiedere, giusto per capirci qualcosa in più, se prima erano indispensabili 568 ore di straordinario da parte del corpo della Polizia Municipale per assicurare i servizi di loro competenza come mai riducendo a 512 ore lo straordinario (ben 56 in meno) si otterrà lo stesso servizio?
Erano troppe prima o sono troppe poche adesso? Se son troppo poche adesso pensiamo che avrebbe dovuto eliminare dagli straordinari figure professionali inutili ai fini del servizio elettorale e confermare le 568 ore. Se erano troppe prima allora evidentemente aveva ragione chi la contestava per i suoi personalissimi criteri distributivi.