Cronaca/Politica

“Un’ora in meno a settimana, senza alcuna comunicazione ufficiale. Da maggio è stato tagliato il servizio di assistenza domiciliare per i 140 utenti dell’ambito territoriale sociale di Gallipoli.

Un taglio improvviso, di cui le famiglie sono state informate direttamente dagli operatori che svolgono il servizio. Un’ora a settimana in meno, vuol dire un giorno a settimana in meno. E dunque, nel migliore dei casi, un’assistenza limitata a cinque giorni su sette, lasciando scoperto l’intero fine settimana.

Per i care giver delle persone disabili non autosufficienti, viene meno un aiuto prezioso: il sollievo di una presenza specialistica al loro fianco, che non si limita all’assistenza sanitaria ma prevede il sostegno psicosociale e l’aiuto in compiti di cura gravosi. Una presenza che allevia la solitudine, che rompe la routine di giornate interamente dedicate ad assistere il proprio caro, dall’igiene personale alla somministrazione dei pasti. Dunque, una presenza irrinunciabile nelle famiglie monogenitoriali o con care giver in condizione di fragilità perché soli, anziani o con patologie.

Con un’interrogazione urgente chiedo il ripristino della piena assistenza a domicilio finora assicurata agli utenti dell’ambito di Gallipoli, e mi rivolgo al presidente Emiliano in considerazione della sua delega al welfare. Parliamo di un ambito territoriale sociale che comprende ben sette comuni, oltre a Gallipoli. Sono in tutto 140 i beneficiari del servizio: 70 per l’Adi (prestazione sanitaria) e altrettanti per il Sad (che comprende i trattamenti di igiene per persone non autosufficienti).

Il taglio delle ore di assistenza ha ripercussioni anche economiche e lavorative. Finora i servizi venivano assegnati agli aventi diritto sulla base dell’Isee ristretto, che considera la situazione economica del solo soggetto con disabilità escludendo dal calcolo gli altri componenti del nucleo familiare. Ciò comportava l’erogazione pressoché o completamente gratuita dei servizi Adi e Sad. Ma, a partire dal mese di maggio, il calcolo viene effettuato sulla base dell’Isee familiare, per cui viene richiesto un costo di compartecipazione pari a 4,16 euro all’ora, a fronte di un servizio ridotto e insufficiente.

Ecco perché chiedo anche il rispristino del calcolo in base all’Isee ristretto. Inoltre, la riduzione dell’assistenza domiciliare danneggia le cooperative che gestiscono il servizio in affidamento, che dopo aver implementato il proprio organico per coprire la domanda, devono fare i conti con la decurtazione del monte ore e dei giorni di servizio, e con personale sottoutilizzato.
Mi auguro che il presidente Emiliano prenda a cuore quest’emergenza in tempi rapidi e assuma provvedimenti risolutivi, che allevino le condizioni di vita già assai difficili di persone e famiglie fragili”.