“A rinascere vorrei rifare la mia vita, riattraversarla tutta in lungo e in largo”
Che tempi ragazzi, si giocava con le composizioni, con le frasi.
Non ci aiutava nessuno, dovevamo fare da soli, inventare, immaginare.
La traccia la conoscevamo più o meno tutti : “Descrivete come avete trascorso le feste”.
Era lì ad aspettarci al rientro a scuola dalle vacanze di Natale.
Io pronto a svolgerla e pronto anche ad aspettarmi quel “sette” che in quella prova non si fece mai attendere.
Dopo qualche giorno si cominciavano a togliere gli addobbi natalizi in casa e anche in strada.
Quelli in casa, palline e fili dorati, si conservavano in una scatola di scarpe e il tutto andava a finire sotto il letto.
Ormai era tutto un ricordo, il pallone era sgonfio, il biliardino aveva la stecca con i due difensori curvata, il profumo di cannella non si sentiva più e la scuola continuava ad essere la solita rottura.
Siamo cresciuti per strada, sui campi di terra battuta, abbiamo attraversato allegramente l’austerity e gli allagamenti in tanti rioni della città, abbiamo conservato quel poco che avanzava per la sera o per il giorno dopo, abbiamo rattoppato pantaloni e rivoltato cappotti.
Ma se un giorno una persona molto importante, mi offrisse la possibilità di rinascere in qualche altra parte del mondo magari in un periodo diverso, più attuale e meno vecchio gli direi senza neanche pensarci un attimo: NO.
Vorrei rifare la mia vita, ripercorrere la mia stessa vita, attraversarla tutta in lungo e in largo uguale, rivivere i giorni belli e i giorni brutti che costituiscono essi stessi la vita.
E non dimenticare né gli uni né gli altri e ricordare gli uni e gli altri e accarezzare gli uni e gli altri, perché senza gli uni non ci sarebbero stati gli altri.
E se casualmente un giorno, in una serata di quasi estate, quelle che ti fanno scambiare l’alba con il tramonto, quelle belle serate che ti tolgono la voglia di tornare a casa, che ti danno voglia di stare in giro , quelle serate che ti va di passeggiare maglione sulle spalle, per viottoli e corti, quelle serate che ti trovi seduto su una vecchia e barcollante sedia impagliata a bere un mezzo calice di vino rosso in un angolo quasi buio di una strada senza uscita tra turisti smarriti e anche un po’ divertiti, capitasse di “incontrami ” all’improvviso, direi:
“ CIAO.
Ci conosciamo da sempre. Come va?”