Cronaca/di Redazione
Il fatto si è verificato in un appezzamento di terreno sulla strada Cutrofiano-Collepasso di proprietà di Pantaleo Giaffreda, ex vice sindaco di Collepasso, e di sua sorella. E’ lo stesso ex vice Sindaco a denunciare su Facebook il fatto criminoso di cui è stato passivo protagonista.
“Voglio raccontare questo fatto di cronaca – scrive il l’ex Sindaco – perché, pur riguardandomi direttamente, tocca tanti produttori agricoli, di fatto indifesi e spesso alla mercé di malevoli e malvage scorribande da parte di ladroni, autentici parassiti e dannosi “pidocchi”, che, come diceva qualcuno, si possono sempre trovare “anche nella criniera di un nobile cavallo da corsa”… ma sempre “pidocchi” e “pidocchiosi” rimangono!”
I fatti: Pantaleo Giaffreda e sorella piantano il 21 dicembre, tramite ditta specializzata i nuovi ulivi su un appezzamento di terreno (di ha 1,35 complessivi) contiguo ad una rotatoria, che è ben illuminata e nella notte. la luce dovrebbe, ipoteticamente essere nemica dei ladri ma è stata nello specifico una illusione.
Qualche avvisaglia l’ex vice Sindaco l’aveva già avuta nei giorni precedenti. Dal 13 al 16 gennaio quando era stato fuori città al suo rientro aveva trovato un sorpresina: sconosciuti avevano portato via quattro alberi di carrubo. Cinque giorni dopo, il 21 gennaio, altra sorpresa: ignoti avevano portato via altri quattro alberi: un azzeruolo giallo e uno rosso.
Due giorni dopo, tra sabato 22 e domenica 23 gennaio, il fattaccio.
“Sabato sera – commenta Giaffreda – avevo fatto il solito sopralluogo verso le 21. Era tutto al suo posto. L’indomani mattina, invece, mi accorgevo che erano stati portati via quasi tutti i giovani ulivi prospicienti la strada e la carrareccia interna. Dal conteggio fatto risultavano rubati 98 alberi nella mia proprietà e 19 alberi dalla proprietà di mia sorella. Ben 117 alberi di ulivi divelti e asportati insieme ai sostegni di bambù!
Ho presentato immediatamente denuncia alla Caserma dei Carabinieri di Cutrofiano, nel cui agro insiste la campagna, e mi auguro che le Forze dell’Ordine e la Magistratura facciano fino in fondo il loro dovere al fine di individuare gli autori e, nel caso, i possibili mandanti del grave furto”.
“Che qualche noto mascalzone – conclude Giaffreda – abbia voluto così miseramente e “pidocchiosamente” vendicarsi nei miei confronti, commissionando il furto?!? Reagirò con energia e nei limiti del possibile (e dell’impossibile) a questa “mascalzonata” e mi auguro che qualcuno che sa o ha visto abbia il coraggio e l’onestà di informarmi”.