Cronaca/di p.z.
Ogni Comune è provvisto di un regolamento e di un proprio piano regolatore cimiteriale. L’uno e l’altro devono essere approvati con delibera di Consiglio comunale.
Il Piano regolatore cimiteriale è lo strumento urbanistico alla base dell’organizzazione cimiteriale. Individua le zone da adibire a sepoltura o inumazione, la disposizione dei servizi , le necessità future in base a dati statistici, demografici etc.
Il Piano regolatore cimiteriale individua, inoltre, spazi o zone da destinare a campi di inumazione comune, campi per la costruzione di sepolture private a tumulazione individuale, per famiglie o
collettività.
Per il caso di cui andiamo ad occuparci ci soffermiamo a quelli che vengono definiti i “campi di inumazione” ossia quella più comunemente conosciuta come sepoltura a terra.
Sono facilmente individuabili in quanto rappresentati da appezzamenti di terreno ove la sepoltura avviene gratuitamente, per la durata di dieci anni e possono essere rinnovati a richiesta dei parenti del defunto.
Tali campi sono divisi in riquadri e l’utilizzazione avviene cominciando da una estremità di ciascun riquadro e successivamente fila per fila procedendo senza soluzione di continuità.
Nel nostro cimitero, i campi di inumazione li incontriamo appena superata la parte storica del cimitero e ci avviamo sul sentiero che ci porta alla Chiesa del Milite Ignoto.
Procedendo lungo il viale, alla nostra destra ed alla nostra sinistra siamo accompagnati dalla desolazione e dalla tristezza generata da questi campi disadorni costellati da croci di ferro stilizzate arrugginite.
Eppure lì è sepolta un’ampia pagina di storia cittadina. La maggior parte di quelle croci, appartengono a nostri concittadini mandati a morire in Africa, in Europa in nome di una follia che vaneggiava di poter ricostruire l’impero.
Solo l’ultimo riquadro a sinistra, in prossimità della Chiesa, cambia scenario. Negli ultimi decenni qualcuno ha avuto l’intelligenza di rendere quei luoghi di sepoltura, seppur poveri, dignitosi e fruibili da chi desiderasse deporre un fiore, recitare una preghiera su quelle lapidi.
La stessa intelligenza sembra, invece, sia stata mandata in vacanza dai nostri attuali politici, dirigenti e funzionari responsabili del settore.
Prima di addentrarci nel fattaccio, bisogna sapere che la legge nella fase di redazione del Piano cimiteriale,
obbliga i redattori, ad individuare al suo interno uno spazi, proporzionato al numero di abitanti del Comune, da utilizzare solo ed esclusivamente in caso di eventi calamitosi allorché l’urgenza potrebbe richiedere il ricorso a sepolture di massa.
Nel nostro cimitero detta zona è quella corrispondente all’ultimo tratto di terreno ubicato a destra del nostro percorso in direzione della Chiesa. Giusto il lato opposto di quel tratto ben tenuto e curato su cui ritorneremo in seguito.
Ebbene, quel tratto di campo di inumazione come già detto è vincolato mentre i nostri geni della politica e dirigenza tecnica, non si capisce bene se per genuina incompetenza o altro, hanno pensato bene di concedere l’autorizzazione, con la motivazione che non vi fossero altre zone libere, alla richiesta di sepoltura a terra. Chiaro che la motivazione era chiaramente fantasiosa, era solo un patetico tentativo di difendere l’indifendibile.
Si badi bene che la cosa è abbastanza seria e dall’assessore Tundo per passare al dirigente Miglietta per finire al responsabile di funzione Serafino farebbero bene a correre velocemente ai ripari avendo violato non solo il Piano regolatore cimiteriale ma avendo anche espropriato delle proprie funzioni il Consiglio comunale.
Concedendo il permesso per le inumazione hanno variato la destinazione d’uso di quel pezzo di terra, si sono appropriati di competenze che fanno capo al Consiglio comunale e che solo il Consiglio comunale può variare con apposita procedura di legge.
Come se non bastasse quella zona è priva di qualsiasi servizio, di qualsiasi utenza, di qualsiasi percorribilità alle prime piogge diventerà impraticabile. Aggiungete il fatto che nella zona di cui parlavamo prima, quella razionalmente organizzata, vi è un numero sostanzioso di inumazioni che hanno ampiamente superato i dieci anni di concessione senza che vi sia stata alcuna richiesta di proroga. Ecco perché è falsa la pezza giustificativa.
Sarebbe stato troppo procedere alla estumulazione delle salme con concessione già scaduta e fornire quindi, nel rispetto della legge, nuovi spazi a disposizione delle ultime necessità? I dieci anni di durata non sono scelte numeriche casuali, sono il risultato di evidenze ben precise legate alla particolarità di questo tipo di sepoltura.
Sono i misteri di via Principessa Iolanda che non sarà dato mai di capire e ancor meno di spiegare perché senza alcuna logica razionale.