Avverrà il 20 maggio, previsto un alto tasso di partecipazione
Cronaca/ di Avv. Stefania Isola
E’ prossimo lo sciopero nazionale del comparto scuola che avverrà il 20 maggio e che è stato indetto da FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA e SNALS.
Le questioni in essere riguardano il mancato rinnovo dei contratti di lavoro, la situazione del precariato e le pensioni del personale della scuola.
Il contratto collettivo della scuola, che non viene rinnovato dal 2006 e che dal punto di vista economico è fermo al 2009, è costato 11.500 euro con il cumulo degli anni e, su base annuale, è pari ad una perdita di circa 1440 euro.
E se lo sblocco delle retribuzioni degli impiegati pubblici deve seguire quanto stabilito dalla sentenza della Corte Costituzionale che ne ha giudicato illegittimo il mancato rinnovo, le previsioni per i prossimi tre anni non sono delle migliori.
Nella legge di Stabilità 2016 si assegna a ciascun dipendente un aumento di 100 euro lordi di cui 33 euro andranno via tra contributi ed Irap. La restante parte andrà suddivisa in 13 mensilità con un aumento lordo in busta paga di appena 5 euro che, detratte le ritenute fiscali del 25/30%, diventeranno poco più di 3,50 euro. Una cifra veramente irrisoria rispetto alla perdita economica subita in questi anni.
Le motivazioni non si limitano solo al mancato rinnovo dei contratti ma anche la mancata stabilizzazione dei precari storici che la legge 107/2015 ha tagliato fuori dal piano assunzioni: migliaia di docenti con diritto alla stabilizzazione sono ancora in attesa.
Si parla anche del mancato riconoscimento del lavoro del personale Ata che ormai lavora senza una garanzia di stabilità nella continuità lavorativa grazie sempre alla legge 107 per i quali non è stato previsto alcuno spiraglio nè sblocchi per le assunzioni.
Gli studenti delle scuole italiane saranno dunque costretti ad affrontare una giornata molto particolare durante la quale molti professori non assicureranno la presenza durante il consueto orario lavorativo (si attende infatti un tasso di adesione molto alto vista la contemporanea presa di posizione di numerosi tra i maggiori sindacati).