Cronaca/di piero zurico
Dopo oltre due anni di gestione dello IAT da parte della Società Artis Sviluppo Puglia-Lecce mi è venuto spontaneo chiedermi e chiedere cosa sia cambiato nella gestione della veicolazione, della informazione e della promozione turistica in città con i nuovi gestori.
Definirli nuovi è, però, una parola grossa perché finiti gli effetti speciali alla fine si è scoperto che il nuovo era soltanto un’etichetta sovrapposta per nascondere il sottostante e peraltro anche un po’ stantia ed ammuffita. Sono vecchi invece o tali si son dimostrati. In primis, sono vecchi perché il loro mandato e già scaduto da oltre sei mesi, non si visto alcun atto ufficiale che abbia predisposto una proroga e loro tranquilli ancora lì.
L’assegnazione definitiva è infatti avvenuta nel settembre del 2019, con un mandato biennale e con un contributo economico complessivo di 12.000 euro. Si dice, e lo scrivono pure, che rappresentano un rimborso spese ma non si è mai capito di quale spese parlino visto che tutte le utenze sono a carico dell’Ente ed anche l’immobile fresco di inaugurazione è di proprietà comunale. E poi, se di rimborso spese effettivamente si trattasse, quando mai si è visto che un recupero di spese rientri nell’ambito dell’applicazione dell’imposta sul valore aggiunto. I 12.000 euro sono IVA compresa.
Non è certamente meno vecchio anche il modo con cui viene gestito lo IAT. Dentro quell’immobile si trova quasi di tutto, è un bazar. Ci si trova souvenir, gadget, cartine topografiche, turistiche, cartoline, libri, taralli, friselle, vino basta chiedere e pagare. Vendono di tutto e di più infischiandosene di chi nelle vicinanze vende prodotti similari e lo fa pure con un’unica grande differenza rispetto a loro: pagano affitti, utenze e tasse.
Se poi vogliamo tralasciare questi spiacevoli aspetti e con testardaggine cerchiamo anche un piccolo barlume del nuovo la situazione peggiora.
Partiamo da una delle ultime vicende che riguarda la partecipazione alla BIT di Milano. La determina n. 218 del 07 aprile ci informa sulle finalità per le quali è stato imbastito il carrozzone in partenza per Milano. In essa vien scritto che : ” l’Amministrazione Comunale, con Deliberazione di G.C. n. 96 del 06.04.2022, immediatamente eseguibile, ha stabilito di accogliere la proposta avanzata dalla Società Consortile Pubblico-Privata “ARTIS Puglia Sviluppo” di Lecce, aderendo al progetto “Salento a Milano” dell’importo complessivo di € 1.800,00 per la realizzazione delle seguenti attività nell’ambito della partecipazione dell’Ente per le seguenti motivazioni:
– assistenza tecnica per la conferenza stampa del 10.04.2022;
– realizzazione e diffusione materiale promozionale della Città di Galatina agli intervenuti;
-promozione del “Pasticciotto di Galatina” in occasione della degustazione con giornalisti e food blogger presso il Fornello Contadino di Milano“.
Ora mi chiedo: Ma non erano sufficienti Sindaco ed assessore Mauro (presenti anch’essi ma con costi non rientranti in quei 1800 euro) per affrontare una conferenza stampa? Avevano proprio bisogno di assistenza tecnica per parlare qualche minuto di progetti da essi stessi approvati in Giunta?
Ma la più forte dell’intero progetto “Salento a Milano” è quella della distribuzione del materiale promozionale e della promozione del pasticciotto da degustare. Forse non saranno stati informati che con qualche centinaio di euro, ci stanno ragazze e ragazzi che fanno questo lavoro nelle fiere per mantenersi agli studi. Però vuoi mettere se lo stesso lavoro vien fatto o organizzato dalla Società Consortile Artis Puglia Sviluppo con 1800 euro a disposizione?
E sempre a proposito delle novità vogliamo parlare dell’accordo di partenariato realizzato in modo quasi carbonaro tra Giunta e Società in oggetto delegittimando il Consiglio comunale delle sue funzioni? Organizzazione di pubblici servizi, costituzione di istituzioni e aziende speciali, concessione dei pubblici servizi, partecipazione dell’ente locale a società di capitali, affidamento di attività o servizi mediante convenzione, non sono materie di competenza della Giunta bensì del Consiglio Comunale e ciò lo si evince chiaramente dall’art. 42 del T.U.E.L. D.lgs. 267/2000.
Per non parlare poi, sempre in merito al Partenariato che si è proceduto alla sua sottoscrizione in chiara violazione del principio della concorrenza essendosi trattato di un affidamento diretto ad una società già gestore di un servizio pubblico ma per servizi differenti ed autonomi rispetto a quello in precedenza assegnato con gara.
Se sono queste le novità, possiamo infelicemente concludere con la frase diventata simbolo del Gattopardo “Bisogna cambiare tutto affinché nulla cambi” .