Il Sedile

Società Operaia di Galatina: 138 anni e non li dimostra

Oggi, domenica 12 marzo, solenne commemorazione che si concluderà con la deposizione di una corona al Monumento dei Caduti.    

Eventi/ di Rosanna Verter

Galatina – Era il lontano 6 marzo 1879 quando il primo deputato galatinese al Parlamento italiano, avvocato Nicola Bardoscia, fondò, dopo più di vent’anni dall’unità nazionale, l’Associazione di Mutuo Soccorso degli Operai di Galatina, più notoria come Società Operaia.

Possiamo tutti immaginare il contesto storico e locale in cui nasce; la nostra città era una delle “più tumultuose piazze del Salento”  in cui l’estrema sinistra era guidata dal dott. Paolo Vernaleone, mentre l’ing. Antonio Vallone cercava spazio tra marxisti e liberali progressisti, e Nicola Bardoscia, dell’ala moderata di Agostino Depretis, era liberamente impegnato sia come consigliere comunale che provinciale. Questi, conoscendo molto bene i problemi delle  classi sociali più deboli che venivano sfruttate dai signorotti locali, decise di fondare la Società Operaia.

Quale fu il  casus belli  che diede origine a tale storica istituzione? Presto detto. Un fatto di cronaca certo non rilevante. Un operaio molto povero, come tanti del resto in quel periodo, muore e non c’erano quattro persone che lo potessero accompagnare al cimitero, non in quello attuale ma in quello che noi oggi conosciamo come il “vecchio” cimitero, situato in Viale Jonio all’angolo con via Guidano.

In quel 1879 non era ancora in vigore l’appalto comunale della “caratizza (un carretto tirato da un cavallo, con sopra una bara fissata da bulloni e una porticina per farvi entrare il cadavere avvolto in un panno per il trasporto delle salme)”,deliberato solo pochi anni dopo e quindi l’avvocato pensò bene di creare un’associazione che unisse operai, pellettieri, muratori, falegnami, fabbri e via dicendo, tante mani, che insieme, nella solidarietà e nella comunione, potessero aiutare il  prossimo e condividere il progresso civile ed economico.

La Società Operaia si impose agli occhi di tutti per il suo alto livello morale e sociale con uno Statuto ed un regolamento, più volte revisionato, approvato dalla prima assemblea presieduta da Francesco Papadia, il 15 aprile 1879, statuto poi stampato nel 1882 a Lecce, dalla tipografia Garibaldi. Da allora la Società Operaia è sempre stata presente a molti eventi con la sua bandiera: a Napoli nel 1889 per i funerali dell’Imperatore Guglielmo e a Lecce per la visita del Re.

C’è chi ha scritto, e non a torto  che “questa associazione è un mostro di rettitudine e di solidarietà umana, una specie di totem benefico, fornito di tante braccia per soccorrere” e per aiutare i deboli; ancora oggi durante le festività natalizie e pasquali vengono distribuiti dei pacchi dono o sussidi vari a seconda delle esigenze  dei soci. Sono in molti a guardare a questo centenario sodalizio, “condensato di sapienza e saggezza”  vettore di mutua assistenza, con un occhio di riguardo.

La S.O.M.S., da sempre, è allocata, gratuitamente, al piano terra di alcuni locali di proprietà comunale, e facenti parte di Palazzo Orsini. È pur vero che è un luogo deputato sì allo svago ma anche alla formazione sociale e culturale;  il nuovo presidente, Marco Papadia, attraverso un processo di aggregazione e di condivisione di interessi diffusi nei tempi dal sodalizio, cerca di portare avanti, soprattutto, i valori che la centenaria istituzione ha tramandato di generazione in generazione  grazie alla longevità, capacità e indipendenza morale.

Pochi mesi dopo la sua fondazione furono comprati tre lumi a petrolio  di cui due fissati al muro ed uno poggiato sulla scrivania mentre, domenica 12 marzo, alla luce del sole, i soci si riuniranno con un programma di tutto rispetto commemorando i suoi 138 anni. Dopo i saluti del numero uno del sodalizio, Marco Papadia, di Stefano Massimino, presidente Coordinamento Regionale S.M.S. di Puglia e del Commissario Prefettizio dr. Guido Aprea, il dr. Francesco Natolo, vice-presidente della S.O.M.S., terrà una breve relazione a cui seguirà un pensiero del prof. Donato Fanigliulo, presidente S.O. di Fasano.

Prima che i soci ed i presenti si rechino in corteo in Piazza San Pietro, verranno consegnate le pergamene ai sei nuovi soci onorari. Don Aldo Santoro celebrerà l’eucaristia alle ore 11.30 nella nostra Matrice. Al termine della funzione religiosa verrà deposta una corona d’alloro al Monumento dei Caduti per ricordare i soci morti in guerra.

 

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