Il Sedile

Sognatori da quattro soldi

Prima o poi ci convinceremo che dobbiamo essere noi, sognatori da quattro soldi, a dover cambiare.

Rubrica/Opinioni/ di Veronica Romano

Mi piace sentire un “vice” quando parla a nome di 60 milioni di italiani o quando l’altro “vice” si affaccia dal balcone a festeggiare con i colleghi, qualcosa che ancora non c’è e che quando magari ci sarà, sarà diversa.

Mi piace sentire la grinta di frasi del tipo “nessun passo indietro” oppure                    “non ci sposteremo di una virgola” .

Mi piace sentire l’eco dei loro racconti su ILVA, TAP, TAV, varianti e raccordi, e analizzare “costi e benefici” anche della Fontana di Trevi.

O dare per certo il rimpatrio di 500.000 immigrati clandestini o addirittura sentir parlare di: eliminazione della povertà.

C’ è stato persino un momento in cui si erano  appena mandate in stampa 5/6 milioni di card.

Potrei continuare ancora, ma non mi va di infierire: mi piace ricordarli così.

Ci troviamo insomma, davanti a rivoluzionari fatti in casa, rivoluzionari paesani.

Se però seguiamo il “viaggio di un voto” dato per qualcosa sbandierata e da realizzare entro  date precise ( primo consiglio, 15 giorni).

Se seguiamo il percorso di un voto dato con convinzione su un progetto per qualcosa attesa da troppo tempo ma che all’improvviso non si realizza più, quel voto è “rubato”, quel voto non vale più perché basato su menzogna, su una finzione.

Quel voto è “moralmente nullo” non appartiene più a chi lo ha ricevuto e che continua a rappresentarlo per fare cose diverse da quelle per cui lo ha ricevuto.

Si sono arresi davanti a zio Junker, sfiniti per la puzza di lambrusco che aleggiava    in quella  sala piena di tappeti e dipinti.

Arresi davanti a quella maledetta Europa che volevano cambiare e che invece ha cambiato loro.  

A noi che in certi momenti abbiamo condiviso toni  e atteggiamenti, sembrerà una resa, a loro sono sicuro di no. Avranno vinto o almeno così racconteranno per salvare la faccia.

Quei numerini  alla fine avevano un peso, solo che non c’eravamo accorti  o forse  ci hanno fatto credere che avevano il peso che non avevano.

Io non so come andrà a finire, vedo solo “cambiamenti” che non cambiano mai nulla, vedo solo cambiamenti che cambiano solo se stessi.

Prima o poi ci convinceremo, che cambiare non si può, cambiare non è possibile.

Prima o poi ci convinceremo che dobbiamo essere noi, sognatori da quattro soldi, a dover cambiare.

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