Gli aghi nel pagliaio e le travi negli occhi
Rubriche/Opinioni/di Veronica Romano
Galatina – Qualche articolo fa, sulle pagine del Sedile, con il titolo: “Applicare la legge ad un immigrato è razzismo?” leggevo di un carico di borse taroccate sequestrate ad un immigrato che, forse avrebbe dato vita ad una più interessante notizia, se avesse anche come minimo opposto resistenza accompagnata da qualche calcio e pugno e magari anche qualche colpo di pistola ad altezza uomo, per poi finire per essere portato in Questura ammanettato.
Ma non era questa la notizia. Tra le righe dell’articolo, tra il dire e non dire, si parlava di ben altre situazione di illegalità presenti nel paese che, invece, sembrano essere oggetto di una notevole tolleranza.
Come se nel paese ci fossero “illegalità conosciute” ma taciute e non perseguite.
Insomma , una sorta di silenziosa complicità che copre ciò che invece l’articolista è a conoscenza.
Poiché fortunatamente non ci troviamo a NEW YORK, ma siamo in un paese in cui gli esercizi commerciali sono ben individuati ed individuabili, CHIEDO a chi di dovere : “Siamo certi che si rispettino le regole, gli spazi e le autorizzazioni? ” La domanda la rivolgo non solo alla politica (sigh!) ma a vigili, forze dell’ordine e impiegati comunali che dovrebbero esercitare il controllo. Se è tutto ok: benissimo. Ma se così non fosse, cosa si aspetta per perseguire responsabili e rimuovere dall’incarico chi, addetto al controllo, non ha controllato ?
Perché creare ingiusta occasione di sospetto se non anche di complicità?
E se fosse stata la politica a dettare certi comportamenti non si potrebbe trasmettere tutto al Prefetto o altrove, così, solo per informazione?
Sono semplici domande che una persona normale come me, forse ancora stordita dal sole di luglio, si pone e pone all’ intelligenza di chi abbia voglia di utilizzarla.
Così mi è sembrato, come se il dottor Zurico fosse a conoscenza di fatti, circostanze e dettagli che, tra le righe, nasconde ma che manda a chi di dovere.
Forse mi sbaglio. Forse è colpa sempre del sole, “ quello di luglio”