Riattivato il servizio “Galatina QR code” tre mesi dopo che era stato disattivato
Cronaca/Galatina/ di pietro zurico.
Non è la cifra che fa gridare allo scandalo ma è il metodo. Quel metodo a volte sottile, vischioso, politichese che spesso lega il pubblico con il privato creando un connubio di connivenze ai limiti tra legalità ed ambiguità.
La cifra dicevamo è irrisoria, si tratta di 600 euro + Iva per 732 euro complessivi. Il metodo, invece, nella sua apparenza superficiale, semplice e lineare, è sempre lo stesso: io ti propongo e tu accetti. Sotto sotto, però, ha spesso una sua storia particolare che dovrebbe essere conosciuta per capire meglio.
Se analizziamo l’arguzia procedurale da cui si parte per giungere alla proposta di gestione di un servizio in nome e per conto dell’Amministrazione Comunale vien da chiedersi quanto sia stato studiato a tavolino, e di conseguenza quanto rientri nella gestione politica del singolo orticello a coltivazione diretta di ogni assessore, oppure quanto sia il frutto di abnormi negligenze collettive.
Per venire al nocciolo della vicenda stiamo parlando del progetto “Galatina QR code”. Credo sappiate tutti in cosa consiste ma per rinfrescarci la memoria usiamo gli stessi termini utilizzati dalla delibera di Giunta n. 236/2014 che lo definisce ” (…) un nuovo strumento tecnologico di comunicazione ed informazione turistica, con la collocazione di particolari etichette rappresentanti Codici QR nei pressi delle principali chiese, palazzi e porte antiche della città, precedentemente mappati, per una loro rapida individuazione e descrizione. Detta applicazione consente al turista o cittadino di avere immediatamente e gratuitamente sul display del proprio cellulare tutte le indicazioni pratiche e notizie dettagliate del luogo visitato.”
La delibera procede affermando che questo servizio “accolto con particolare interesse e continuamente utilizzato da numerosi utenti, risulta disattivato da circa 3 mesi per problemi tecnico-gestionali”
Avete letto bene, un servizio definito turisticamente interessante ed è così tanto utilizzato che lo si disattiva e resta inattivo per tre mesi e vedremo perchè non si tratta certamente di problemi tecnici.
Sempre restando ai fatti ed alla delibera essa ci dice anche che il progetto iniziale definito “Galatina QR code” era stato ideato dalla ditta “Creative Zone” di Dario De Pascalis che a suo tempo lo aveva proposto, era stato accettato dalla Giunta e poi gestito gratuitamente dalla stessa azienda unitamente ad altri servizi che svolgeva per conto del Comune.
Alla stessa stregua di quanto successo con la pulizia gratuita della Pupa, alla scadenza degli “altri servizi” anche il servizio gratuito “Galatina QR code” fu dismesso, naturalmente previo avviso all’Amministrazione Comunale, qualora avesse voluto continuare a mantenerlo acquisendo la proprietà del dominio, del database e quanto altro per continuare a gestirlo in proprio.
Premettendo che i fornitori dei servizi di Hosting mantengono a disposizione, senza procedere alla loro cancellazione, i database per 60 giorni entro i quali, scaduto il termine di pagamento annuale si possono riattivare e quindi riutilizzarli, ecco la furbata, si è atteso che scadessero i 60 giorni e nel mese successivo la Mood si offre per riattivare il servizio ex novo.
Insomma l’ Amministrazione dopo aver fatto scadere il contratto di hosting senza rinnovarlo, aver fatto cessare il servizio, aver perso il dominio ed il database (salvo che qualcuno, cosa assai probabile, non abbia fatto un backup dei dati) accoglie a braccia aperte la proposta di riattivazione e compensa con 732 euro la MOOD del sig. Anselmi per fare ciò che era già stato fatto ed era bello e pronto da utilizzare.
Ora a parte il fatto che chiunque abbia un dominio a pagamento sa quali siano i suoi costi annuali, lascia sconcertati e sconfortati quanto viene ancora riportato in delibera allorché si afferma che: “ (…) l’art.5 dello Statuto Comunale prevede, tra i fini istituzionali dell’Ente, quello della valorizzazione della Città, del suo patrimonio turistico, storico-culturale e tradizionale, al fine di conseguire il risultato di progresso economico della propria comunità; che per incentivare il turismo è necessario, tra l’altro, garantire una efficace e capillare informazione, utilizzando anche i nuovi mezzi di comunicazione, in linea con l’odierna realtà multimediale, per agevolare l’aumento dei flussi turistici in questo particolare momento di crisi economica”
Vien da se chiedersi se sia l’art. 5 dello Statuto Comunale che l’incentivazione del turismo con l’informazione capillare siano stati scoperti soltanto tre mesi dopo che il servizio è stato disattivato. Quando si era ancora in tempo per mantenerlo attivo chi di competenza dov’era?