Lettere/di Piero Marra
da tempo come già detto leggo con molta attenzione il vostro giornale. Da due giorni mi appassiona la vicenda PD – C.S.A. mi sembra nel leggere di aver colto che la smentita del Segretario PD non sia spontanea ma suggerita da qualcosa oppure da qualcuno.
Ci sono secondo me molti passaggi che non danno la quadra della situazione per esempio:
1) è vero che il Presidente della C.S.A. è di nomina pubblica ma, presiede una società che si rappresenta in un regime privatistico anche se partecipata.
2) oltre al Presidente per nomina pubblica vi sono ora un Consigliere (prima erano due) un revisore contabile (prima erano due).
Vengo al dunque ed alla mia domanda oppure chiamiamola riflessione, se ho capito bene il problema è il decreto ingiuntivo fatto dalla C.S.A. al Comune di Galatina per debiti pregressi.
Se ricordo ancora i termini pregresso significa “del passato” se ancora ricordo bene lo stesso ora segretario PD è stato anche Presidente della C.S.A. e quindi se sono pregressi esistevano anche durante la sua presidenza ed ancor più allora mi chiedo come mai non li ha manifestasti a suo tempo? Ed ancora come hanno fatto i revisori contabili a certificare i bilanci pregressi ? Ed ancora come mai, visto che uno dei revisori attuali che era presente anche in passato ma come presidente dei revisori ha forse ritenuto di non certificarli e quindi far scaturire il decreto ingiuntivo.
In fine mi domando se possa essere possibile che una società che stipula con un altro soggetto un contratto con scritto nero su bianco quali saranno i costi per svolgere un servizio poi, possa quasi duplicarli senza che nessuno dei Presidenti, Sindaci e Revisori Contabili abbiano nulla da eccepire ma, si limitano solo a scaricare il di più sui Cittadini ? Come mai non chiedendo che venga rispettato il contratto oppure, che venga utilizzato come causa di recessione.
Strano dai comunicati stampa, leggo solo che quasi tutti Dx e SX si preoccupano del Presidente che sicuramente è l’unico che sta svolgendo pienamente il proprio mandato.
Piero Marra