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Indaga l’animo, la fragilità e i drammi, “Lumie. Apparenze Pirandelliane” lo spettacolo di Mary Negro e Gabriele Polimeno, entrambi anche in scena con Manuela Rorro e Benedetta Pati.

In programma mercoledì 11 settembre a Galatone, al Palazzo Marchesale alle 21(biglietto 5 euro), per “Crita – Festival delle arti”, rassegna itinerante di teatro, musica e danza, ideata e organizzata dalla cooperativa Ventinovenove, con la direzione artistica di Gabriele Polimeno e Mary Negro. 

Al centro della scena c’è una donna. Attorno a lei, tra alberi morti, siedono due donne e un uomo alle sue spalle. È un luogo di partenze. Di uomini che vanno via in cerca di un futuro migliore. Restano sono “vecchi, femmine e bambini” e le terre, private della forza lavoro, muoiono. Protagoniste tre donne, Gialluzza, Ninfarosa e Mariagrazia. Ciascuna portatrice di un dolore, di un passato, ciascuna testimone del suo dramma. Ma tra tutte, Mariagrazia è il bersaglio preferito delle altre due. Una donna che vive in miseria in un piccolo casolare, in attesa – vana – di notizie dai figli emigrati in Argentina ai quali invia lettere dettate a Ninfarosa. Tutti fingono di spedire queste lettere. Tuttavia, la donna ha uno strano comportamento nei confronti di un uomo, Rocco Trupia, che dice di essere suo figlio, ma che lei rinnega. Su questo mistero cerca di far luce il Dottore…

“Lumie” non è solo uno studio nato dal genio di Pirandello, ma è anche la storia della nostra terra, della rabbia di chi è costretto ad andar via e della rabbia di chi vuole rimanere nonostante tutto e tutti; è la storia di alberi che muoiono e risorgono; è l’intreccio delle vite di donne e uomini in quelle terre di confine che sembrano essere state dimenticate; è il rumore del chiacchiericcio che giudica e condanna; è il suono de “lu rusciu de lu mare”.

Nata dalla drammaturgia pirandelliana di ”Sgombero”, “Come tu mi vuoi” e “L’altro Figlio”, la messinscena mette il pubblico in discussione su chi sia il giudicante e giudicato.

La colonna sonora è di Redi Hasa e Maria Mazzotta, la produzione è di Ventinovenove.