“Un presidente a me …un vicepresidente a te”.
Galatina – Se qualcuno avesse, in cuor suo, conservato la speranza che oggi il PD avesse ancora qualche residua traccia di “coerenza e dintorni” non legga questa lettera.
Nel caso invece, seppur avvertito, intendesse comunque leggerla correrà il serio rischio di doversi ricredere.
Che il “brusco” ribaltamento del risultato tra il primo e il secondo turno, fosse frutto di inciuci, accordicchi e tarantelle varie, era noto a tutti tranne forse ai “ragazzini della staffa” avendo in cuor loro ben altri propositi.
Il fatto un “sacco bello” è però che ieri, nel primo consiglio comunale è stato finalmente e sfacciatamente “istituzionalizzato”.
Facciamo un passo indietro.
Il primo consiglio comunale elegge un “presidente” espressione della maggioranza e poi per “etica politica” o come volete chiamarla, un vice-presidente generalmente espressione della minoranza e quindi rappresentativo della minoranza stessa a cui teoricamente dovrebbe spettare designazione ed elezione.
La maggioranza della “staffa di cavallo” e della “nuova era politica” sembrava condividere tale principio e sembrava quindi lasciare alla minoranza il compito di eleggere un vice-presidente.
Colpo di scena.
La minoranza punta sul consigliere “Pulli” probabilmente non gradito, ed allora la maggioranza elegge a vice-presidente, un consigliere della stessa sua maggioranza, in quanto eletto con i suoi voti.
Diversamente non si spiega. Per chi non avesse ancora capito, la maggioranza elegge con i suoi voti determinanti, presidente e vice.
Lo so che vi scappa da ridere, ma vi prego non cominciate già da mo’, c è tempo per filastrocche, barzellette e tarantelle napoletane che questa maggioranza allargaticcia e incollaticcia, saprà farci apprezzare.
VERONICA ROMANO