Cronaca

“È buio pesto sul futuro delle Terme di Santa Cesarea. L’incontro fra Comune e Regione previsto per oggi è slittato, senza uno straccio di comunicazione e di giustificazione. Siamo stati purtroppo profetici, quando in tempi non sospetti abbiamo lanciato l’allarme sulla effettiva praticabilità del bando per l’affidamento in gestione del complesso termale.

Un bando che prevede il passaggio delle quote societarie dalla Regione al Comune con una vera e propria privatizzazione di un bene pubblico, da cedere per 80 anni a un socio unico. E mentre non c’è ancora la firma della Regione sotto questo disegno del Comune, la società Terme di Santa Cesarea cola a picco, con perdite di 850mila euro al 31 dicembre scorso e mutui ipotecari che gravano per milioni di euro sui beni. I lavoratori stagionali attendono il pagamento di ben quattro mensilità, mentre il personale fisso continua a percepire indennità cospicue.

Non vediamo alcuna seria prospettiva di risanamento e rilancio per le Terme. E vediamo difficile, con queste premesse, che si possa affacciare un soggetto privato interessato a rilevare il pacchetto societario della Regione, pari al 50,48% delle azioni. Sulla carta si prospetta la gestione dell’intero patrimonio delle Terme di Santa Cesarea, ma nella realtà vediamo farsi sempre più minaccioso lo spettro dello spacchettamento dei beni delle Terme. Un’ipotesi che segnerebbe la fine di un patrimonio che non è solo economico ma anche culturale e identitario per Santa Cesarea. Le Terme perderebbero il loro valore e la loro storicità. Manca un serio piano industriale per la gestione del complesso termale, manca chiarezza e trasparenza sulla dismissione delle quote della Regione. Si continua a procrastinare, abbandonando le Terme ad un progressivo declino, in mancanza di manutenzione, senza una visione di futuro che sappia mettere a frutto l’intero complesso termale sul modello Ischia, mettendo a disposizione delle strutture ricettive dell’intero territorio il tesoro delle acque ternali di Santa Cesarea, in modo da superare la stagionalità e i limiti delle sole cure e puntando sul settore benessere e bellezza, che può spalancare le porte ad un business in continua espansione. 

Si esca dall’ambiguità e dalla politica dello struzzo, e si progetti il futuro delle Terme con coraggio e nuove prospettive”.