Rubriche/di Coldiretti Puglia.
Serve tolleranza zero sulle frodi che mettono a rischio lo sviluppo di un settore che è cresciuto puntando su un grande percorso di valorizzazione qualitativa che ha portato il vino pugliese a raggiungere il record storico di produzione di 11 milioni di ettolitri circa di vino prodotti, al primo posto nella classifica delle regioni più produttive e di crescita in valore dell’export, aumentato del 67% negli ultimi 5 anni.
E’ quanto afferma Coldiretti Puglia che plaude all’operazione degli Ispettori del Controllo Qualità e Repressione Frodi (ICQRF) di Bari e militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Foggia che hanno sequestrato circa un milione di litri di vino comune venduto con etichette riportanti false indicazioni di origini protette IGP.
“L’agroalimentare di qualità subisce gli attacchi continui di falsari che attraverso pratiche commerciali scorrette falsano la sana concorrenza sui mercati nazionali e internazionali, ingannano i consumatori e creano un mercato parallelo di ‘falsi made in Puglia’ che vale centinaia di milioni di euro”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
La commercializzazione fraudolenta di falsi vini a denominazione è una delle frodi più ricorrenti nel settore del vino – evidenzia la Coldiretti regionale – assieme alla sofisticazione tramite aggiunta di acqua o zucchero, vini dichiarati da agricoltura biologica ma che in realtà contengono residui di pesticidi, irregolarità dei registri e pratiche e trattamenti illeciti.
La popolarità anche internazionale di eccellenze varietali uniche quali primitivo, negroamaro e nero di troia – afferma Coldiretti Puglia – il successo di importanti vini quali il Primitivo di Manduria, il Salice Salentino e il Castel del Monte, per citare i più conosciuti, espongono il comparto a rischio frodi e speculazioni. Prezioso il lavoro di Ispettorato Centrale Repressione Frodi, Nas, Corpo Forestale, affiancati negli ultimi anni dagli organismi di controllo terzo delle DOP e IGT, relativo ai controlli in campo.
Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione con la riforma dei reati in materia agroalimentare che – continua la Coldiretti – vanno perseguiti con un sistema punitivo più adeguato con l’approvazione delle proposte presentate da Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie.
I
casi di “agropirateria” nel settore vitivinicolo pugliese riguardano in
particolare Negroamaro, Primitivo, Moscato, Aleatico e Malvasia. Un
patrimonio che va tutelato nei confronti delle contraffazioni ma a
preoccupare è anche il via libera dell’Unione Europea nuove pratiche
enologiche come la dealcolazione parziale e totale che secondo la
Coldiretti rappresenta un grosso rischio ed un precedente
pericolosissimo permettendo di chiamare ancora vino un prodotto in cui
sono state del tutto compromesse le caratteristiche di naturalità per
effetto di trattamento invasivo che interviene nel secolare processo di
trasformazione dell’uva in mosto e quindi in vino. Particolarmente grave
– conclude la Coldiretti Puglia – è la decisione di considerare i vini
de-alcolati e parzialmente de-alcolati come prodotti vitivinicoli e di
consentire tale pratica anche per i vini a denominazione di origine
protetta o indicazione geografica protetta.