“In diritto chi tace non dice nulla nel linguaggio comune chi tace acconsente”.

Rubriche/Opinioni/di Francesco Natolo

Galatina – Esordisco in questo modo  perché da cittadino non riesco a capire come mai  ci chiudono (in virtu’ della norma che disciplina il riordino ospedaliero) l’ospedale di Galatina e la popolazione rimane inerme dinanzi a questo scempio che vede svanire  una storia, una realtà. Nessun cittadino ha mosso un dito, non si e’ neanche arrabbiato.

Per quale motivo ho deciso di prendere penna e calamaio e scrivere? Forse perché in questi ultimi mesi per motivi familiari ho vissuto il nostro nosocomio da vicino.

UNA DIFFERENZA ENORME , dagli anni settanta, ottanta. Disservizi, ore di lunga attesa in Pronto Soccorso per la carenza di personale sia medico che paramedico ha fatto la sua parte, mentre un plauso da parte mia va a tutti i dipendenti i quali stringendo la cinghia offrono il meglio di loro.

Quindi a mio parere vi era una volontà precostituita a far si che questo ospedale andasse in declino,  una volontà dettata dal D.M.70 che i politici hanno disatteso impedendo che il nostro P.O. non diventasse un posto di recupero da valorizzare per i malati all’anticamera della morte (per certi reparti), un Decreto che specifica benissimo i punti da rispettare al fine di procedere alla valutazione della struttura per  catalogarla.

Certamente l’ospedale di Galatina non meritava tale declassamento in quanto struttura provinciale sia per numeri di posti letto che per ambienti capienti ed ospitali nel mentre si sono consumati nei nostri confronti delle lotte di spartizione politica che ora lasciano il dramma del disagio all’ammalato che al contrario avrebbe dovuto essere l’unico interesse vero del sistema sanitario nazionale e regionale.

Forse i valori dell’umiltà’, dell’usare la buona diligenza del padre di famiglia si sono perduti in questa nostra società’ ed il consumismo  sfrenato ha giocato la sua carta contro i deboli (gli ammalati) i quali pagano le conseguenze di scelte che non hanno ne “capa ne cuollo” come diceva il grande Toto’. Non sono contro la legge che ha dato vita al riordino ma sono contro quelle scelte che non hanno tenuto conto della stessa legge che era chiara e semplice.

Un piccolo sfogo da parte di un cittadino galatinese che si sente colpito da tali scelte ma che pone all’attenzione degli addetti ai lavori che “ca’ nisciun e’ fess”.