“Come si fa a relazionare con una amministrazione che non ha un’idea di città, un modello di città?”.

VolpeLettere/ di Veronica Romano

Galatina – Ahimè, non posso proprio farne a meno. Mi inserisco in maniera quasi silenziosa, quasi furtiva nel dibattito aperto da Maristella Romano, che ha avuto già una prima lodevole e pronta risposta dal segretario del mio partito. Mi piace, come sempre, aggiungere del “mio” per cui neanche questa volta mi tiro indietro, anche se tentata a farlo, per un semplice motivo:“non ne vale la pena”.

La consulta dei giovani o dei vecchi che sia o un qualsivoglia altro organismo rappresentativo/partecipativo, non importa se ispirato agli anni 50, 60 o 70, può essere o anche non essere un fatto positivo. Dipende dallo spirito con cui lo si fa. Se lo si fa con spirito costruttivo e per farlo funzionare o piuttosto lo si fa per adempiere a una pura incombenza politico-burocratica. Come nel caso cui ci riferiamo. Con chi si misura la consulta o qualsiasi altro organismo rappresentativo? Con l’inadeguatezza e l’improvvisazione di una amministrazione senza capo e senza coda.

Come si fa a relazionare con una amministrazione che non ha un’idea di “città”, un modello di “città”?  La volontà politica di accogliere la partecipazione la si vede, la si misura in ogni singolo atto. La si vede dal sapersi calare nella realtà della gente, dall’essere nella gente, nei problemi della gente. Ascoltando con la stessa voglia e interesse, il “fruttarolo” sotto casa che ti parla tra “cachi e broccoli” e il ricco imprenditore del luogo.

Entrambi ti raccontano le loro difficoltà e poi si cerca insieme come fare per migliorare. Siamo fortunati ad essere amministrati dal “nuovo”, sono anche pettinati, profumati e incravattati e a noi basta così. Immersi sempre nella continua ricerca di cose che vanno bene a loro solo a loro, per risolvere i loro problemi o i problemi di qualcuno di loro.

Non oso immaginare quante richieste di favori personali accompagnati da una velata minaccia di disimpegno o altro, sono giacenti sul tavolo di chi conta e quanti altri ne arriveranno in futuro. Interessi familiari o personali che si cercheranno di realizzare mascherandoli con qualcosa che farà sicuramente ridere e attirando l’attenzione di organi preposti al controllo di ogni ordine e grado. La città si sta svegliando, la città si sta accorgendo giorno dopo giorno, si avverte in ogni angolo, in ogni discorso la grande delusione.

Troppo tardi, hanno l’obbligo di amministrare per cinque anni, devono poter avere il tempo di lasciare macerie. Sono stati democraticamente eletti. E per finire cara Maristella, spiace darti una delusione ma i nostri politici, e qui il discorso si allarga a tutti o quasi, non è che non contano fuori dal perimetro urbano della città, non contano né fuori né dentro. Credimi. E poi, giuro, un’ultima cosa. E’ un errore riportare oggi il “valore” della sua saggia prof. “politici da 1000 lire”. Oggi è una vera esagerazione, significa dare un valore, anche se piccolo, a chi valore non ha. Ma forse è tutta colpa della “volpaggine fessa”