Rubriche/ Opinioni/ di Veronica Romano
Galatina – Oggi mi va di elevarmi un attimino, mi va di stare fuori dalle miserie della vita politica locale, impegnata nel capire il confine non segnato tra l’essere opposizione, essere minoranza, essere un po’ e un po’, impegnata a capire se trattasi di prove tecniche di convergenza o se si può essere opposizione appoggiando la maggioranza.
I discorsi dei grandi leader restano sempre attuali. Lo sono ancora i discorsi di Craxi, Togliatti, Pertini, lo sono ancora i discorsi di Aldo Moro.
Parlava ai gruppi di Camera e Senato, e agli stessi poneva la stessa domanda: vogliamo essere testimoni o storia.
Dovevano aprire o meno al PCI, ai tempi del muro, della guerra fredda, ai tempi dell’ideologia.
Aprire ai “comunisti” con la loro storia che poteva piacere o no, ma che comunque era già “storia”.
Capire l’effetto che poteva fare una apertura ai comunisti da parte di un partito che allora era riferimento della Chiesa tutta.
Del discorso di Aldo Moro, non avrei perso neanche una virgola, l’avrei guardato in controluce, capito ogni suo passaggio e avrei scelto convinta di essere storia, essere cambiamento, senza paura.
A distanza di così tanto tempo, la DC, il partito di ALDO MORO e il PCI non esistono più o meglio non esiste più la DC il PCI ha cambiato ripetutamente simbolo e nome, e ancora molti dei militanti di allora si aggirano nell’attuale PD o nelle sue vicinanze.
Ed è il PD ora a trovarsi nella situazione in cui allora si trovò la DC : essere testimonianza o storia.
Aprire al Movimento 5 stelle o chiudere al Movimento 5 stelle. Ascolterei sempre con profondo interesse il discorso del PD, la differenza tra testimonianza e storia, ma questa volta voterei per essere testimonianza.
Quelli con cui io dovrei allearmi non sono la storia, non conoscono la storia, non faranno la storia. Portati lì dal caso, dal vento, da eventi soprannaturali, da magia.
No, voterei no ad ogni forma di accordo.
Voterei NO e sarebbe un NO convinto.