“Amiche pseudo femministe o femministe part-time” ? Gli rispondiamo con la nostra solidarietà a chi esterna solo la sua solitudine e povertà mentale
Cronaca/Galatina/ di Rosanna Verter
Questo perché da qualche mese si stava polemizzando su un manifesto comparso su un muro di una proprietà privata che metteva in bella mostra dodici bei culetti con perizoma. Il brand? Naturalmente molto, ma molto allusivo. Non sto qui a ricapitolare il percorso seguito, dico solo che con la valida collaborazione dell’Assessore alle Attività Produttive, Avv. Alberto Russi, che ha fortemente voluto ed ottenuto, siamo giunte ad aver dotato Galatina di una delibera, la 385 del 13.11.2013, con all’oggetto Pianificazione degli indirizzi fondamentali in materia di pubblicità discriminatoria e lesiva della dignità della persona ed in particolare della donna.
In questa determina, per chi ancora non la conoscesse, si è ritenuto necessario, al fine di garantire una maggiore effettività dell’azione del comune individuare degli indirizzi che sono non compatibili con l’immagine della città:
- rappresentazioni di violenza fisica o morale o immagini che incitino atti di violenza
- immagini volgari, indecenti, ripugnanti devianti da quello che la comunità percepisce come “normale” tali da ledere la sensibilità del pubblico
- messaggi discriminatori e/o degradanti che, anche attraverso l’uso di stereotipi, tendono a collocare le donne in ruoli sociali di subalternità e disparità
- mercificazione del corpo, rappresentazioni o riproduzioni del corpo della donna quale oggetto di possesso o sopraffazione sessuale
- pregiudizi culturali e stereotipi sociali fondati sulla discriminazione di genere, appartenenza etnica, orientamento sessuale, abilità fisica e psichica, credo religioso.
Dopo di ciò il Sindaco visto il Regolamento Comunale della Commissione Pari Opportunità sta procedendo con un bando alla nomina dei componenti.
Perché dopo un anno torno ancora sull’argomento? Certo non per tediarvi, ma semplicemente perché qualche giorno fa, per puro caso, mi è capitato tra le mani un noto settimanale nazionale. Lo sfogliavo con interesse quando giunta a pagina 20 leggo un titolo: “ Un applauso ai sindaci che non tollerano manifesti sessisti” e nell’ occhiello elenca una serie di grandi città che si oppongono alla pubblicità sessista. La giornalista prende spunto da un fondo di Repubblica, che fa il punto sulle città che si stanno adoperando per mettere in pratica l’art. 1 del Protocollo d’intesa tra l’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria (IAP) e l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI), per elencare una serie di slogan sessisti che tutte noi conosciamo bene e che alcuni di essi addirittura istigano al femminicidio e, tra le righe, ci mette in guardia dal “terreno di cultura del pregiudizio sessista. Quel clima che vuole la donna come essere a disposizione del maschio. Quello, per capirci, per cui spesso le nostre obiezioni vengono liquidate con un ma è uno spot ironico”.
Nell’archivio di Repubblica ha trovato, con l’aiuto di google, il numero di settembre in cui leggo con immensa soddisfazione che Galatina è elencata al fianco di molte città metropolitane (Milano, Roma, Firenze, Ravenna, Messina, Catania…), che, con i loro sindaci, hanno scelto da che parte stare. Ecco! la nostra cocciutaggine ha fatto sì che Galatina si dotasse di uno strumento che è in linea con la risoluzione del Parlamento Europeo e con gli articoli 3 e 21 della nostra Carta Costituzionale. Questo è ciò che abbiamo ottenuto seguendo la strada che giorno dopo giorno ci ha portato ad essere al pari di altre città e la sterile polemica di un maschilista, alimentata sui social network, non serve a nulla e quel qualcuno che ci chiama “amiche” pseudo femministe o femministe part-time, non ha capito che esterna solo la sua solitudine e povertà mentale, classico esempio di una marmotta in casa. Forse si è ritrovato spiazzato ed incapace di accettare un’evoluzione che, come molti, vive come sopraffazione? Forse è terrorizzato dalla concorrenza femminile? Forse vuole alimentare una stupida guerra fra i sessi? Vorrei solo ricordargli che noi “amiche” non siamo femministe, siamo la parte migliore dell’emancipazione femminile quella che non si piega alla logica maschile.
… e come canta E. Bennato non sono solo canzonette… e perdonateci se esistiamo.