In Puglia il 58% delle spese per cure va agli ammalati per tumori a 5 anni.
Cronaca/ di Coldiretti Puglia
In Puglia è stato superato il 58% delle cure per tutti i tumori a 5 anni, un dato incredibile se si considera che negli anni ‘90 la percentuale si attestava sul 30/35%.
Sono i dati resi noti da Antonio Moschetta, Professore Ordinario di Medicina Interna dell’Università di Bari e Ricercatore dell’AIRC, nel corso del Forum intergenerazionale organizzato da Coldiretti Puglia a Bari, dove si sono incontrati i millenials, le donne e i senior di Coldiretti sui temi della sana alimentazione e della dieta mediterranea, perché la corretta alimentazione non ha età.
“La scienza ci sta dimostrando che stare in una zona di equilibrio attraverso la sana e corretta alimentazione ci da la possibilità di ammalarci di meno e soprattutto di curarci meglio. Abbiamo puntato su longevità e qualità di vita che ha portato all’allungamento della vita media. In Puglia l’aspettativa di vita media è di 85 anni nella donna e di 81 anni negli uomini”, ha aggiunto Moschetta.
In Puglia, secondo i dati riferiti dal professor Moschetta, grazie alla dieta mediterranea e al cibo a KM0, l’incidenza dei tumori allo stomaco è inferiore del 27% rispetto alle regioni del Nord Italia, del 30% in meno di tumori al pancreas e del 50% in meno di cancro al fegato e le abitudini di consumo vanno impostate correttamente sin dall’età scolare.
“Per aiutare tutto il sistema scolastico e le famiglie ad alimentare al meglio le giovani generazioni e l’intero nucleo familiare, da anni il Progetto di Educazione alla Campagna Amica ha agevolato l’incontro tra i bambini e i prodotti agricoli ‘fatti’ dagli agricoltori. In Puglia negli ultimi 10 anni sono stati coinvolti nel progetto delle masserie didattiche 90mila bambini e 270 scuole. Il nostro obiettivo è ‘culturale’ e consiste nel tentare di cambiare abitudini di consumo sbagliate che si sono diffuse ovunque, formando consumatori consapevoli sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti”, ha spiegato Floriana Fanizza, leader nazionale di Coldiretti Donne Impresa.
“L’attenzione a come si alimentano i ragazzi al di fuori delle mura domestiche – ha insistito il direttore regionale di Coldiretti, Angelo Corsetti – è un preciso dovere di tutti, a partire dagli enti locali – Comuni, Province e Regioni – delle istituzioni scolastiche che dovrebbero preferire i prodotti tipici e tradizionali non solo per i pranzi somministrati agli alunni, ma anche per i brevi momenti di ristoro, dei pediatri che dovrebbero consigliare, sin dai primi anni di vita dei bambini una corretta alimentazione, magari indirizzando le mamme verso cibi che siano costruiti il meno possibile ‘in laboratorio’, piuttosto in casa”. Numerosi i progetti che vedono coinvolti Coldiretti e il Servizio Consumatori della Regione, con Giulia De Marco che ha spiegato l’importanza di formare e informare i consumatori sulle proprietà benefiche dei prodotti agroalimentari a KM0 che tutelano la salute e anche l’ambiente.
Sono evidenti le maggiori garanzie di sicurezza – evidenzia Coldiretti – dei prodotti del territorio, mentre i pericoli vengono soprattutto dalle importazioni. Il motivo è spiegato dalla relazione della Corte dei Conti Europea del 15 gennaio scorso sui “pericoli chimici negli alimenti che consumiamo”, in cui si parla di tolleranze all’importazione e si chiede alla Commissione Europea di spiegare “quali misure intende adottare” per mantenere lo stesso livello di garanzia per gli alimenti importati rispetto a quelli prodotti nella Ue.
“Per noi millenials la qualità del prodotto e le proprietà benefiche e nutrizionali degli alimenti è determinante, con l’80% dei nativi digitali che vuole conoscere la provenienza e la tracciabilità del cibo che consuma. E’ in atto un vero e proprio food trend, con un gradimento elevato per i cibi organici e a Km zero, l’attenzione alla sostenibilità, accompagnata dalla richiesta di un’offerta più ampia di prodotti”, ha aggiunto Benedetta Liberace, delegata di Coldiretti Giovani Impresa Puglia.
Sugli alimenti importati è stata individuata una presenza irregolare di residui chimici piu’ che doppia rispetto a quelli Made in Italy con i pericoli che si moltiplicano per gli ortaggi stranieri venduti in Italia che sono quasi cinque volte piu’ pericolosi di quelli nazionali, secondo l’ultimo report del ministero della Salute sul “Controllo ufficiale sui residui di prodotti fitosanitari negli alimenti” pubblicato in agosto 2019. Su circa 11.500 i campioni di alimenti (ortofrutta, cereali, olio, vino, baby food e altri prodotti) analizzati per verificare la presenza di residui di prodotti fitosanitari appena lo 0,9% dei campioni di origine nazionale – sottolinea la Coldiretti – è risultato irregolare ma la percentuale sale al 2% se si considerano solo gli alimenti di importazioni e tra questi il record negativo è fatto segnare dagli ortaggi dall’estero con il 5,9%.
Come nella migliore tradizione agricola – spiega la Coldiretti – la presenza degli anziani fra le mura di casa è quasi sempre considerata un valor aggiunto all’interno di un welfare familiare che deve fare i conti sia con la gestione delle risorse economiche disponibili sia con quella del tempo e dei figli in situazioni dove molto spesso entrambi i genitori lavorano e sono fuori casa la maggior parte della giornata. “La presenza dei nonni nelle famiglie – ha concluso il presidente nazionale dei pensionati di Coldiretti, Giorgio Grenzi – è sempre più importante anche rispetto alla funzione fondamentale di conservare le tradizioni alimentari e guidare i più giovani verso abitudini più salutari nelle scuole e nelle case. Uno stile nutrizionale basato sui prodotti della dieta mediterranea come pane, pasta, frutta, verdura, carne, olio extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari che ha consentito una speranza di vita tra le più alte a livello mondiale”.